Gianluca Di Gioia - Ansa
Facevano il bagno «in acque profonde e al di fuori della zona di balneazione»; così il ministero dell’Ambiente egiziano, ha commentato la vacanza trasformata in tragedia avvenuta domenica mattina, tra le splendide spiagge e la barriera corallina di Marsa Alam, sul Mar Rosso - che divide l’Africa nord-orientale dalla penisola araba sud-occidentale – e che è costata la vita al 48enne Gianluca Di Gioia, romano residente in Francia, aggredito da uno squalo mentre faceva snorkeling. Si è invece salvato il 69enne Peppino Fappani, di Soncino (Cremona), che, come ha raccontato la moglie, «si è gettato in acqua cercando di spaventare lo squalo e permettere all’amico di liberarsi». Fappani, anch’egli attaccato dallo squalo, ha riportato ferite importanti a braccia e gambe, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e non è in pericolo di vita.
L’inchiesta
La procura competente per territorio, quella di Qusair, ha aperto un'inchiesta per chiarire le circostanze e lavorerà con una commissione formata dal ministero dell'Ambiente, e con il governatorato del Mar Rosso. È probabile che anche la Procura di Roma apra un fascicolo visto il coinvolgimento di italiani all'estero. Nel frattempo, il tratto di mare dove è avvenuta la disgrazia resterà chiuso alla balneazione fino a martedì sera. Dopo l'attacco, il corpo di Gianluca Di Gioia è stato trasportato all'ospedale di Port Ghalib insieme a Fappani. L'Ambasciata d'Italia al Cairo ha fatto sapere che sta prestando assistenza consolare sia alla famiglia del 48enne deceduto sia al connazionale ferito. Di Gioia si era laureato nel 1995 in Economia e commercio alla Sapienza di Roma, aveva lavorato all'European Commission ed era impegnato dal 2012 all'European External Action Service - Eeas, ovvero il servizio diplomatico dell'Unione europea. Era sposato dal 2013. Fappani è invece un odontotecnico. I due erano amici.
I precedenti
Gli attacchi di squali sono eventi abbastanza rari lungo le coste egiziane del Mar Rosso: tra gli ultimi episodi, la morte a Hurghada (Egitto) di un russo nel giugno dell'anno scorso e di due turiste, un'austriaca e una britannica, nel 2022. Sempre nel Mar Rosso, un giovane ucraino aveva perso un braccio nel 2020 e la stessa sorte era toccata a una donna egiziana nel settembre dell'anno scorso a Dahab, sulla costa del Sinai. Il 25 novembre scorso, Marsa Alam era poi tornata agli onori delle cronache quando uno yacht turistico, il "Sea Story", è affondato a causa di condizioni meteorologiche avverse, provocando quattro morti, sette dispersi e 33 sopravvissuti, tra cui una cittadina belga con doppia nazionalità italiana.
L’ecosistema violato
Le acque del Mar Rosso a sud di Marsa Alam - Ansa
Casi isolati che non hanno frenato il flusso di viaggiatori verso queste coste, tra le mete più gettonate del turismo di Capodanno grazie alla sua barriera corallina popolata di pesci tropicali che lo rendono simile a un acquario godibile anche solo con maschera e boccaglio. Negli ultimi giorni, scrivono i media egiziani, gli aeroporti di Hurghada e Marsa Alam hanno registrato l'arrivo di circa 150.000 turisti di varie nazionalità: Germania e Russia sono in cima alla lista, seguite da Regno Unito e dall'Italia, al quarto posto, con tassi di occupazione alberghiera che si attestano tra il 90% e il 100%. Numeri che fanno bene all'economia locale, ma che potrebbero aver influenzato negativamente l'ambiente marino: secondo alcuni esperti, un'edilizia mal regolamentata, la pesca eccessiva e pratiche turistiche irresponsabili contribuiscono infatti a modificare l'ecosistema e il comportamento degli squali.