"I lunatici”, un corpo di ballo un po’ speciale dove bambini e ragazzi disabili ballano insieme a mamme, fratelli, sorelle ed amici normodotati - Collaboratori
Un sogno che diventa realtà. Una casa ecologica, in legno, dove i giovani disabili potranno vivere in autonomia. Quello che era solo un desiderio, accarezzato per anni da decine di genitori della Lunigiana che ogni giorno si prendono cura dei loro figli disabili, prenderà forma in quattro mesi a Filetto, un suggestivo borgo medievale nel comune di Villafranca in Lunigiana, a metà strada tra Massa e La Spezia. Grazie allo sforzo straordinario e corale di una comunità che va raccontato.
Tutto comincia da Paolo Bestazzoni, 55 anni, architetto, e da sua moglie Giuliana, funzionaria della Asl, ogni giorno impegnata nei cantieri per assicurarsi che gli operai lavorino in sicurezza. Il figlio nato dal loro amore, Pietro, è un simpaticissimo ragazzo con sindrome di Down e disturbo dello spettro autistico. Niente affatto piegati dalla prospettiva di farsi carico, per una intera vita, di un figlio disabile, si sono messi in rete con altri genitori che vivono una esperienza simile.
Nel 2002 hanno fondato l’Aldi, acronimo di Associazione lunigianese disabili, cui fanno riferimento poco meno di cento coppie che hanno in casa figli con disabilità fisica, cognitiva o sensoriale. E da allora non hanno cessato un secondo di battersi perché Pietro e gli altri figli diversamente abili fossero accettati e benvoluti tra i loro coetanei.
È merito di Aldi – degli incontri e delle conferenze organizzate dall’associazione – se nel corso degli anni gli abitanti della Lunigiana hanno imparato a vedere in una prospettiva un po’ diversa i disabili. O se le amministrazioni del territorio si sono mostrate un po’ più attente, quando devono progettare opere pubbliche, a non complicare troppo la vita di chi fa fatica a deambulare. Sono stati raccolti fondi necessari all’acquisto di un pulmino per il trasporto di disabili attraverso le strade spesso strette e impervie dell’area, tanto per fare un esempio. E decine di ragazzi o adulti diversamente abili sono oggi impegnati in corsi di nuoto o di musicoterapia.
Nel 2017, a due passi dalla chiesa di Filetto – intitolata ai santi Giacomo e Filippo – e grazie alla collaborazione dell’Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi), Aldi ha promosso un parco inclusivo, privo di barriere architettoniche, dove normodotati e disabili fisici, psichici e sensoriali giocano insieme. Ma il vero capolavoro di integrazione prende il nome de “I lunatici”: un corpo di ballo un po’ speciale dove bambini e ragazzi disabili ballano insieme a mamme, fratelli, sorelle ed amici normodotati. Mettendo in scena spettacoli molto richiesti nei teatri del territorio.
Negli anni Aldi si è costruita, intorno, una rete di amici, sostenitori, partner di questa o quella iniziativa. Non stupisce, dunque, come abbia trovato terreno fertile l’idea di una casa famiglia per il "Dopo di noi", che l’associazione accarezzava da tempo e che in qualche modo è stata incoraggiata da una legge dello Stato, la n.112 del 2016. «Anche io e Giuliana – racconta Paolo Bestazzoni – ci siamo fatti più volte la domanda: "Che ne sarà di nostro figlio quando noi non ci saremo più?". Non so se Pietro avrà i requisiti per poter accedere a questa casa famiglia. Di sicuro l’opera cui stiamo mettendo mano raccoglie un’esigenza diffusa».
Secondo l’Istat 8 ragazzi su 10 che, in Italia, presentano una disabilità più o meno grave, vivono in casa con i genitori. Alla morte dei genitori solo una percentuale residuale di loro continua ad essere accudita da un familiare: dagli zii, da un fratello o da una sorella.
Nella gran parte dei casi, per loro, si aprono le porte delle residenze socio/assistenziali. A Villafranca in Lunigiana potrebbe aprirsi, invece, una strada alternativa alla Rsd. L’opportunità è stata fornita dall’Unione dei comuni montani della Lunigiana (ne fanno parte 13 paesi, per un totale di circa 40mila residenti) che, nel 2013, aveva lanciato un concorso di idee per un’opera sociale utile al territorio. 150 furono i progetti presentati.
I dieci giudicati più meritevoli furono sottoposti al voto di una giuria popolare: «Votarono 3.600 persone: di queste il 62% optò per il progetto di una casa famiglia per down». Da allora è iniziata la corsa per il reperimento dei fondi.
L’Unione dei comuni ha contribuito con 250mila euro, la fondazione della Cassa di risparmio di La Spezia con 80mila e anche l’impresa costruttrice – la Rubner – ha offerto un aiuto. Il terreno è stato donato dalla famiglia di Maurizio Verrieri, cui Paolo Bestazzoni aveva parlato del progetto: 2.500 metri quadrati a disposizione, in prossimità del centro storico, a ridosso di una piscina olimpionica e di un parco bellissimo.
Una casa verde, dotata di 4 stanze, due doppie e due singole, che ospiterà anche una persona col compito di essere punto di riferimento e supporto per gli ospiti. «Ma soprattutto – spiegano dall’Aldi – una casa dove i nostri figli potranno essere felici».