venerdì 11 maggio 2018
Dopo stamattina, domani nuovo incontro a Milano tra il leader M5s e Matteo Salvini. Obiettivo comune: o si chiude presto o si torna al voto. Casaleggio: contratto sarà votato online.
Di Maio: convergenze anche su conflitto d'interesse e flat tax
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I nodi da sciogliere restano, ma i passi in avanti fanno ben sperare per la formazione di un nuovo governo. Certo l'obiettivo comune di Luigi di Maio e Matteo Salvini - anche dopo il nuovo incontro di stamattina alla Camera e in attesa del prossimo di domani a MIlano - è quello di chiudere il prima possibile, portando domenica al Colle tutte le risposte che Sergio Mattarella si aspetta. Altrimenti l'unico piano b resta il ritorno alle urne. Con Matteo Salvini «portiamo avanti i temi del contratto di governo. Il nostro obiettivo è portare avanti quanti più punti possibili per gli italiani, se riusciamo bene, sennò si torna al voto», dice il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, arrivando a Montecitorio prima dell'incontro con il leader della Lega, e assicurando che con lui ci sono ampie convergenze anche su flat tax, conflitto di interesse e migranti. «Stiamo parlando del contratto di governo alla tedesca - prosegue Di Maio, che nel pomeriggio ha incontrato la numero uno di Fdi Giorgia Meloni alla Camera - che dovremmo firmare davanti agli italiani».

Frasi che ripete anche all'uscita, dopo un'ora, assicurando che ancora non si è affrontato il tema del nome per il candidato premier, ma «se ne parlerà a breve». Entrambi inoltre, concordano sul fatto far presto. E lo ricorda chiaramente, andando ad incontrare il leader pentastellato Matteo Salvini: «Sono per chiudere il prima possibile» sul contratto di governo. Un testo che, sottolinea Davide Casaleggio, «sarà posto ai voti sulla piattaforma Rousseau». Dopo il vertice alla Camera, invece, il responsabile della Lega affida alla sua pagina Facebook un commento: «Cancellare la legge Fornero, tagliare tasse e burocrazia, ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, ridare dignità al lavoro, tagliare sprechi e privilegi, difendere l'Italia in Europa, riconoscere Autonomia alle comunità locali, chiudere le liti fra cittadini ed Equitalia, aiutare (davvero!) i disabili, garantire il diritto alla legittima difesa. Stiamo lavorando per questo, grazie per il vostro affetto e la vostra fiducia Amici, vi voglio bene!?? #andiamoagovernare».


Ma nel giorno del secondo incontro per un possibile governo, è anche Matteo Renzi a parlare. M5s e Lega ora devono rispettare le loro «promesse folli e irrealizzabilì rilanciate sui social e nelle piazze», dice su Facebook, e il Pd farà «un'opposizione durissima per chiedere loro conto ogni giorno». L'ex segretario dem insomma ricorda che «loro fanno il governo, noi l'opposizione. Si chiama democrazia». E a chi dice che il governo giallo-verde non piace all'Europa replica: «Probabile, e non piace nemmeno a me. Ma quello che conta non è ciò che piace a noi o alla Commissione Europea, ma ciò che piace agli italiani».

Dal fronte Forza Italia, invece, è Antonio Tajani a ricordare - oltre al fatto che l'Europa guarda con attenzione la situazione del governo italiano - se c'è qualcuno che vuole fare il governo «nell'interesse dell'Italia lo faccia, altrimenti si sarebbe dovuti andare alle elezioni anticipate il 22 luglio, ma il mio partito non sostiene questo governo».

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