martedì 26 novembre 2024
Il pubblico ministero Andrea Petroni ha concluso lunedì in Corte d’Assise a Venezia la requisitoria nel processo. Richiesta la pena massima per il 23enne reo confesso dell'omicidio di Giulia
Filippo Turetta nell'aula del tribunale

Filippo Turetta nell'aula del tribunale - ANSA

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Nell’omicidio di Giulia Cecchettin ci sono stati la premeditazione, la crudeltà e lo stalking, e non c’è alternativa all’ergastolo per il colpevole. Il pm Andrea Petroni ha concluso lunedì in Corte d’Assise a Venezia la requisitoria nel processo che vede imputato Filippo Turetta. Una richiesta di pena massima per il 23enne reo confesso che è stata suffragata da una doppia narrazione. Dapprima quella dei fatti, rispetto ai quali il pm è partito dalla sera del delitto - l’11 novembre 2023 - proseguendo con la fuga di Turetta fino in Germania, e poi tornando sulla ricostruzione del rapporto “malato” tra i due, viziato dall’ossessione di possesso di Filippo. Non c’è solo l’omicidio quell’11 novembre, ha sostenuto Petroni, c’è la sua preparazione, che diventa premeditazione. In aula c’era anche Turetta, che ha ascoltato in silenzio e a capo chino.

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