Serve una semplificazione delle cartolarizzazioni sociali che possono evitare le aste immobiliari, infiltrate dalla mafia, e gli sfratti delle persone sovraindebitate. Contemporaneamente ci guadagnerebbero anche le società di recupero credito che acquistano i cosiddetti npl, crediti deteriorati, evitando la svendita di beni pignorati.
Ma le cartolarizzazioni sociali non riescono a decollare nonostante il mercato sia penalizzato. Secondo il ministero della Giustizia sono stati svenduti in esecuzione immobiliare circa 450.000 immobili residenziali e il 75% con un prezzo inferiore a 115.000 euro, ricavando da un valore immobiliare di 60 miliardi soltanto 20 miliardi. Sempre con un utile del 35% a fronte del 24% medio di acquisto del credito, ma con uno spreco enorme di valore per le società di recupero crediti e pesanti costi sociali su famiglie e imprese, indebitate per i restanti 40 miliardi.
Per la tutela dei sovraindebitati si batte da anni Giovanni Pastore, dell’associazione Favor Debitoris, che nel 2019 ha coordinato il gruppo di lavoro per elaborare la norma (tra gli altri con le Acli) che permette le cartolarizzazioni sociali (e i fondi salva casa) inserita nel Bilancio di previsione statale 2020. «In sostanza - spiega Pastore - le società di investimento che ne palesano lo scopo possono acquistare i crediti di immobili all'asta e, dopo accordi innovativi e sostenibili con il proprietario, acquisire la casa per affittarla con possibilità di riscatto ai precedenti proprietari, oppure sospendere la procedura di esecuzione immobiliare e pianificare un pagamento dilazionato. I debiti vengono successivamente cancellati ridando dignità e stabilità a chi è stato colpito dalla crisi. Un ammortizzatore sociale a rendimento che unisce solidarietà e pragmatismo aprendo una strada alternativa per affrontare il dramma dei pignoramenti. Nel quadro politico l’opposizione le sostiene, ora speriamo anche la maggioranza. Il recupero crediti analizzando i dati di Bankitalia ha colpito le famiglie dei ceti medio e medio basso e le piccole aziende e ha solo sfiorato i ricchi e le grandi aziende».
La ripartizione degli npl vede infatti il 95% dei debitori - famiglie e piccole aziende - con debiti fino a 250.000 euro possedere solo il 36% del debito, ma l’azione dei recuperi si concentra sul ceto medio. «Invece - nota Pastore - sul 5% dei debitori che possiede il 64% del debito, il recupero avviene in percentuale molto inferiore. Un report di settore conferma che nel 2023 il numero di tentativi di vendita giudiziale sono diminuiti del 10% e i prezzi base d’asta del 26%».
Sul versante dei compratori di crediti non performanti è interessante, da Londra, il parere di Norman Pepe, avvocato d’affari con esperienza in vari studi internazionali e tra i maggiori esperti del settore. «È evidente - sottolinea - l’aumento di conflittualità tra chi protegge gli interessi dei debitori e chi tutela le ragioni dei creditori con inevitabili ricadute sui tempi della giustizia e sulla certezza del diritto». Pepe non è ottimista rispetto ad alcune proposte di riforma del mercato degli npl formulate da vari gruppi politici negli ultimi sei anni. «In Italia i crediti deteriorati sono un problema rilevante, ma gli strumenti di tutela sociale approntati sono parsi inadeguati, anche per le risorse messe a disposizione dallo Stato, ad esempio nel caso del fondo salva casa. Mentre alcune nuove proposte si pongono in contrasto con le logiche di mercato e potrebbero pregiudicare l’efficiente funzionamento del sistema, si dovrebbe mirare, come è stato fatto da altri proponenti, a promuovere processi di riabilitazione finanziaria dei debitori in difficoltà eliminando alcuni ostacoli presenti nella legislazione - quindi a costo zero - e rimpolpando la dotazione di fondi pubblici a supporto delle politiche di protezione. Forse si potrebbe valutare un ripensamento del supporto fornito dallo Stato al sistema bancario tramite le garanzie statali Gacs in modo da liberare risorse, tra cui i premi sinora ricevuti dal Ministero dell’economia per finalità sociali. Il tutto in un’ottica di pacificazione e giustizia sociale». Si attende ora che venga presentata dalla maggioranza una proposta di semplificazione delle procedure di cartolarizzazione sociale.