martedì 7 gennaio 2025
La costellazione si basa su 6mila satelliti a bassa quota, che consentono una trasmissione dati ultrarapida. Con Starshield il progetto assicura una rete crittografata e attività per l'intelligence
Starlink, satelliti e servizi militari: così funziona la rete di Musk

Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Da un lato la possibilità di portare Internet a banda ultralarga anche nelle aree più remote e meno servite, dall’altro – ed è su questo che monta in queste ore la polemica politica – la prospettiva di proteggere comunicazioni segrete, siano esse di carattere militare, politico o di intelligence. Starlink, il potente sistema satellitare sviluppato da SpaceX, azienda di Elon Musk, viaggia su un doppio binario, uno più “commerciale” e uno a carattere maggiormente strategico e di sicurezza.

SpaceX ha compiuto cinque anni lo scorso giugno e può contare su oltre seimila satelliti in orbita utilizzati per la trasmissione Internet dallo spazio in tutto il mondo. Il sistema raggiunge 3 milioni di utenti in oltre un centinaio di Paesi, tra cui più di 40mila in Italia. Gli ambiti sono i più diversi, dalla difesa alla logistica alle comunicazioni interne, ma la rete ha sollevato anche proteste da parte degli operatori di comunicazione locali che la considerano come una forma di concorrenza sleale.

A rendere il sistema Starlink differente da gran parte degli altri servizi Internet satellitari è la relativa vicinanza dei suoi satelliti alla Terra: la sua “costellazione”, che copre l’intero pianeta, orbita a circa 550 chilometri, rispetto ai singoli satelliti geostazionari rivali che orbitano a oltre 35mila chilometri. Ciò rende molto più veloce il tempo di trasmissione di andata e ritorno dei dati tra l’utente e il satellite, la cosiddetta latenza, rendendo maggiormente efficiente lo streaming, le videochiamate e tutte le altre attività per cui sia richiesta un’alta velocità di trasmissione dei dati. Si parla di 25 millisecondi di latenza rispetto agli oltre 600 millisecondi di gran parte dei sistemi rivali.

Il servizio di connessione Internet Starlink per i consumatori è stato lanciato in Nordamerica nel 2021 con l’obiettivo di connettere in particolare le zone più remote. Servizi e prestazioni sono aumentati negli anni, così come la copertura: agli abbonati viene proposto il pagamento una tantum di un kit (antenna, modem, router) e un abbonamento mensile. Molto si stanno diffondendo anche i kit mobili, che permettono la connessione anche per usi non stanziali.

Starlink viene usato anche in scenari non convenzionali come i teatri bellici. All’inizio della guerra in Ucraina, l’azienda di Musk ha fornito migliaia di terminali alle truppe di Kiev per consentire loro le comunicazioni dopo i bombardamenti russi alle infrastrutture locali e per migliorare la precisione dei sistemi di artiglieria. Circa un anno fa, però, gli stessi servizi di intelligence ucraini hanno fatto sapere che gli stessi sistemi satellitari sono in uso alle forze russe, anche se non è chiaro come le truppe di Mosca ne siano venute in possesso. Anche nella guerra in corso in Sudan le milizie hanno fatto riferimenti all’utilizzo di Starlink.

A dicembre 2022, SpaceX ha presentato il programma Starshield, una nuova divisione di produzione di satelliti, basati su Starlink ma personalizzati per le richieste governative. Questa rete satellitare – nata nell’ambito di un contratto da 1,8 miliardi di dollari con il National Reconnaissance Office (NRO), l’agenzia Usa che gestisce la flotta di satelliti spia - è rivolta in particolare a servizi militari dedicati agli Stati Uniti e ai Paesi alleati. Tracciamento di bersagli, ricognizione ottica e radio, allerta missilistica, attività di intelligence: i servizi assicurati dal sistema, oltre ai classici di Starlink, sono considerati sempre più preziosi.

L’Italia è già tra i Paesi a cui Starlink vende forniture per le telecomunicazioni. In discussione c’è ora un contratto da oltre 1,5 miliardi di euro, in base al quale SpaceX assicurerebbe per cinque anni un servizio di telecomunicazioni crittografate, sicure e ultraveloci, tra cui servizi di comunicazione militari nell’area del Mediterraneo e lo sviluppo di sistemi satellitari di emergenza da utilizzare in caso di attacchi terroristici e disastri naturali. In Italia verrebbero così introdotti anche i servizi “direct to cell”, che consentono l’accesso a Internet anche dai punti più remoti e che favorirebbero lo sviluppo della banca ultralarga in tutto il Paese. «Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata!», ha scritto ieri lo stesso Musk su X nonostante la smentita di Palazzo Chigi sull’accordo. Un’azienda di Musk, l’uomo più ricco del mondo e potentissimo consigliere di Donald Trump, diventerebbe così fotnitrice anche di servizi militari (e non solo) a Paesi terzi.

Tra i potenziali servizi alternativi a quelli di SpaceX c’è il previsto sistema satellitare Iris2 dell’Unione Europea, che entro il 2030 dovrebbe basarsi su oltre 290 satelliti per fornire servizi governativi e commerciali. Il progetto è stato ufficialmente avviato con la firma di un contratto di concessione da 10,6 miliardi di euro lo scorso anno, ma l'immediatezza della disponibilità non è irrilevante in questa partita. E Musk, questo è chiaro, parte decisamente in vantaggio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI