giovedì 12 gennaio 2023
La smentita: nessun accordo milionario tra i due enti per svolgere le pratiche per indennità e sussidi a favore dei fragili. Una bufala diffusa ad arte
Un operatore della Caritas in aiuto alle persone anziane durante la pandemia

Un operatore della Caritas in aiuto alle persone anziane durante la pandemia - Siciliani

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Nessun accordo milionario tra l’Inps e la Caritas per svolgere le pratiche per indennità e sussidi a favore dei poveri. A smentire in modo netto alcune presunte, e inesatte, “rivelazioni” giornalistiche è la stessa Caritas Italiana, citando l’intesa in cui si afferma che gli oneri sono a carico delle parti.

È stato scritto infatti con toni scandalistici che «una imponente organizzazione religiosa, con in testa la Caritas, gestirà i servizi Inps di erogazione indennità e sussidi in favore di 5 milioni di poveri, anziani ed emarginati. Un “affare”, per la Chiesa, da 200 milioni l’anno».

La realtà è molto diversa. L’accordo quadro di collaborazione nazionale sul progetto “Inps per tutti” - dichiara infatti la Caritas - «non prevede nessuna remunerazione per nessuno dei sottoscrittori coinvolti. È un accordo di collaborazione a titolo gratuito tra l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), la Caritas Italiana e la Comunità di Sant’Egidio». E il presunto affare da 200 milioni l’anno? Fake news: «Come precisato nell’art. 5 dell’accordo rinnovato nel 2022: “Sono a carico di ciascuna delle Parti gli oneri sostenuti per l’attuazione del presente Accordo Quadro”».

Si è parlato anche di una protesta a Lecce di associazioni datoriali e organizzazioni sindacali per una loro presunta esclusione dal progetto. Ma Caritas spiega che «“Inps per tutti” non è un accordo esclusivo. Il parterre dei soggetti coinvolti a livello nazionale è stato definito alla luce degli obiettivi del progetto: informare dei loro diritti persone in condizione di grave marginalità sociale - afferma la Caritas Italiana - raggiungendole nei luoghi in cui esse ricevono abitualmente aiuto, sostegno, conforto, fra cui i comuni con i loro servizi sociali. Sono dunque inclusi tutti i soggetti e luoghi pubblici e privati che a livello territoriale sono impegnati nel contrasto alla povertà».

Nessun monopolio, insomma: «Chiunque fosse intenzionato a partecipare a livello nazionale - precisa l’organismo pastorale - può segnalarlo all’Inps nazionale, mentre a livello locale basta contattare l’Inps provinciale per verificare che il progetto sia attivo e chiedere di poter aderire».

Ma com’è nato il progetto “Inps per tutti”? L’idea nasce da una constatazione: alcune fasce della popolazione particolarmente ai margini, molto spesso non sanno di avere diritto a una serie di aiuti pubblici erogati dallo Stato (Reddito di cittadinanza, pensione di invalidità, assegno sociale, assegno per i nuclei con figli minori, ecc.) o non hanno gli strumenti per fare domanda né sanno a chi rivolgersi per farsi aiutare. E moltissime persone rischiano di essere tagliate fuori dai loro diritti. Così, alla fine del 2019, l’Inps ha proposto a Caritas Italiana, Anci e Sant’Egidio un progetto per favorire l’accesso alla prestazioni sociali erogate dall’Inps per chi non ha l’abitudine di rivolgersi ai servizi sociali né tanto meno a Caf e patronati, ma ai servizi degli enti assistenziali con cui hanno confidenza e legami anche di amicizia.

Attualmente “Inps per tutti” comprende accordi che coinvolgono singole Caritas diocesane (a oggi se ne contano circa una dozzina, fra cui Milano, Frosinone, Asti, Ugento, Aversa, Avellino, Pozzuoli, Bologna, Cagliari) ma anche protocolli regionali sottoscritti dalla delegazione regionale, dall’ Inps regionale e dai comuni coinvolti, in particolare in Lombardia e in Veneto.

Esiste comunque un accordo quadro nazionale sottoscritto dai quattro soggetti coinvolti, cioè Inps, Caritas, Anci e Sant’Egidio. Ha durata annuale ed è stato rinnovato già due volte a partire dal 2019. L’ultimo rinnovo risale alla scorsa estate e stabilisce che l’accordo avrà durata fino al giugno 2023.

Le Caritas, come anche i comuni e le agenzie Inps provinciali, sono autonome e non dipendono dai livelli nazionali, quindi l’accordo quadro nazionale non ha valore sui singoli territori. A livello locale, ove si desideri realizzare il progetto, occorre che venga sottoscritto un protocollo ad hoc fra gli enti disponibili a collaborare con l’Inps. E va ricordato che le Caritas, così come i comuni, non sono presenti in tutti gli accordi locali.

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Per saperne di più leggi anche Caritas italiana: domande e risposte sul progetto “Inps per tutti” - CLICCA QUI




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