L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, in visita alle case popolari del Giambellino, quartiere alla periferia della città, dove ha pregato con gli abitanti e ha visitato i loro alloggi - Fotogramma
Si chiama “Fondo Schuster. Case per la gente”. E nasce per iniziativa dell’arcidiocesi di Milano per affrontare uno dei problemi più drammatici della metropoli lombarda e delle terre ambrosiane: quello dell’abitazione, sogno e incubo per un numero crescente di famiglie. L’opera-segno voluta per i 50 anni di Caritas Ambrosiana parte con una dotazione iniziale di un milione di euro, derivante da riserve diocesane. Ad annunciare la nascita di questo nuovo strumento – nella scia di esperienze analoghe avviate in diocesi, come il Fondo famiglia lavoro, voluto dal cardinale Dionigi Tettamanzi e rinnovato dal suo successore, il cardinale Angelo Scola – è stato l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, al termine della Messa celebrata stasera in Duomo per il “compleanno” della Caritas.
Quelle parole nel Discorso alla città. «In occasione del cinquantesimo anniversario di Caritas Ambrosiana impegno la diocesi di Milano perché, insieme a tutti coloro che hanno una responsabilità in questo ambito, venga promossa un’opera significativa su un tema particolarmente urgente come quello della casa per tutti», aveva detto Delpini pronunciando il Discorso alla città 2024 per la festa di Sant’Ambrogio, intitolato “Lasaciate riposare la terra. Il Giubileo 2025, tempo propizio per una società amica del futuro”. Parole che evocavano quanto annunciato stasera davanti alle oltre mille persone che gremivano la Cattedrale, fra responsabili, operatori, volontari e donatori Caritas, oltre a numerosi esponenti delle istituzioni religiose e civili, del mondo dell’impresa e del terzo settore di Milano e delle terre ambrosiane.
Diocesi all’opera (ma non in solitudine). Nei mesi scorsi, in vista delle celebrazioni per i 50 anni della Caritas, era stato lo stesso Delpini a chiedere che si proponesse un’opera-segno capace di coinvolgere e mobilitare l’intera diocesi, legata ad una sfida pastorale e sociale di particolare rilevanza e urgenza. «La scelta è caduta sul tema dell’abitare, perché il diritto alla casa è principio-base di una buona convivenza civile, ed è fondamento di dignità nei percorsi di sostegno verso l’autonomia che Caritas cerca di costruire con tutti coloro che incontra (famiglie in povertà, minori, senza dimora, anziani, carcerati, stranieri, rom-sinti, eccetera)», ricorda una nota diffusa dall’organismo caritativo. La diocesi di Milano ha dunque deliberato di costituire il Fondo Schuster, affidandone la gestione alla Caritas. Si parte col milione di euro stanziato dalla diocesi. Ma in prospettiva il fondo potrà essere alimentato da donazioni monetarie (effettuate da cittadini, imprese, enti privati o pubblici) e dal conferimento di appartamenti, pubblici e privati (in www.fondoschuster.it obiettivi e meccanismi di funzionamento del nuovo strumento).
A 70 anni dalla morte del cardinale Schuster. Emblematica ed eloquente la scelta di intitolare il fondo al beato Alfredo Ildefonso Schuster, cardinale e arcivescovo di Milano dal 1929 alla morte, nel 1954. Fu una dimora modestissima e malsana – ricorda monsignor Ennio Apeciti, responsabile del Servizio diocesano per le cause dei santi – quella che Schuster abitò, fanciullo, a Roma. Insomma: ben sapeva cosa significa vivere nella povertà. E, arcivescovo a Milano, non mancò di trasformare in opera concreta la sensibilità pastorale e la sollecitudine verso le famiglie senza casa nella città devastata dai bombardamenti e dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale, dove la ricostruzione rischiava di tagliare fuori migliaia di famiglie fra le più disagiate. “Domus Ambrosiana” fu il nome dato a quell’opera, un progetto che portò alla costruzione di tre moderni quartieri di 13 fabbricati per accogliere 239 nuclei familiari: il tutto reso possibile dalla gara di solidarietà lanciata da Schuster. Il fondo – che, a settant’anni dalla morte del beato arcivescovo, rinnova la memoria della sua opera – chiama ora ad un analogo concorso di solidarietà. Ad una rinnovata alleanza tra le forze virtuose delle terre ambrosiane, per usare un’espressione cara a Delpini.
Come funzionerà il nuovo Fondo. Sono tre le finalità del nuovo strumento. Il 50% delle risorse del Fondo Schuster sarà destinato alla realizzazione di lavori di riqualificazione di immobili, da destinare a famiglie e individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato; il 20% servirà ad erogare garanzie per i privati che intendono mettere a disposizione i propri appartamenti a prezzi calmierati, perché siano destinati a famiglie o individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato; il 30% sarà impiegato per erogare a soggetti in povertà o in difficoltà contributi per le spese legate alla casa, ovvero affitti, bollette, spese condominiali, spese per la riqualificazione energetica. Il fondo opererà attraverso la rete dei centri di ascolto Caritas, coordinata dal Servizio Siloe, per l’individuazione delle famiglie residenti nel territorio della diocesi destinatarie degli interventi; mentre la Fondazione San Carlo, promossa da diocesi e Caritas, si occuperà, insieme ad altri soggetti, di riqualificare e gestire gli appartamenti conferiti al fondo.
L’arcivescovo di Milano, Delpini, in visita alle case popolari di via Padova, dove ha incontrato gli abitanti e ha portato la benedizione natalizia - Fotogramma
Alle radici della povertà educativa. L’iniziativa – com’è nello stile e secondo la vocazione della Caritas – ha anche, e alla radice, un intento educativo e culturale. «Volontà dell’arcivescovo è suscitare una riflessione e una mobilitazione sul tema dell’abitare, in un territorio, quello milanese, in cui il diritto alla casa è avversato da sempre più evidenti squilibri e diseguaglianze, registrati anche dai centri d’ascolto e dai servizi Caritas», prosegue la nota. Il Fondo Schuster è dunque concepito «come occasione per mettere a fuoco le cause della povertà abitativa e per favorire scelte di fede e forme di responsabilità istituzionale e giustizia sociale volte a superarle». Un percorso e un processo, dunque, per attivare un’opera-segno nello stile del Giubileo che si apre fra pochi giorni.
Gualzetti: Caritas fedele alle sue radici. «L’avvio e la gestione del Fondo sono obiettivi di grande attualità e spessore, e rappresentano il modo migliore per celebrare, in maniera non rituale ma generativa di futuro, i 50 anni di azione Caritas a Milano e in diocesi – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Accogliamo con entusiasmo la sfida che la diocesi e l’arcivescovo ci pongono, che ci esorta a declinare su nuovi fronti, in risposta alle urgenze sociali che maturano nelle nostre città e comunità, la fedeltà alle radici statutarie (la “testimonianza della carità in vista dello sviluppo integrale dell’uomo”, la “particolare attenzione agli ultimi”, la “prevalente funzione pedagogica”) che in mezzo secolo ha sempre contraddistinto Caritas Ambrosiana».
Dal Duomo alla Scala al territorio. Dopo la Messa in Duomo, la festa per i 50 anni della Caritas prosegue in serata con una cena a buffet per trecento ospiti (molti dei quali beneficiari dei servizi Caritas) offerta nel Ridotto Toscanini del Teatro alla Scala da Confcommercio. E culmina alle 20,30 nel concerto della Cappella Musicale del Duomo che, per la prima volta, si esibisce alla Scala eseguendo un capolavoro della polifonia: la Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Il percorso del 50° proseguirà poi in diocesi con le “Cattedre della carità”, ciclo di incontri per riflettere sul futuro della carità scandagliando i grandi temi della contemporaneità. E portando “in cattedra”, e ascoltando, i poveri, i fragili, gli ultimi.