venerdì 6 maggio 2011
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Una crisi adolescente, diciassette anni, come è quella dei rifiuti a Napoli e in Campania è cresciuta di emergenza in emergenza. Sfruttata politicamente e a fini elettoralistici, mutando i cosiddetti piani-rifiuti secondo l’emergenza in corso senza che nessuno abbia mai istituzionalmente indirizzato il senso civico della popolazione e sfruttato le potenzialità del territorio.Diciassette anni, ma per una singolarità tutta italiana quello che manca alla soluzione della crisi rifiuti in Campania è proprio il tempo. Tempo per inceneritori e impianti di compostaggio, tempo per la differenziata, tempo per le discariche: manca e così si giustificano amministratori e politici, trasversalmente. «Tre anni per la normalità», si affermava sei anni fa. «Tre anni per la normalità» è stato assicurato l’anno scorso e ancora quest’anno. Nulla è cambiato. Così Napoli, la Campania, l’Italia pagano un prezzo altissimo per le scelte mancate e le decisioni frettolose che complicano una già intricata crisi formata da variabili intangibili – umane e sociali – e variabili concrete – ambientali e legislative.Discariche. Ad ogni emergenza se ne cerca una o più scavando in una regione che tra cave (1.532) e discariche legali e abusive vede aumentare l’instabilità del suo fragilissimo equilibrio idro-geologico.Rifiuti pericolosi. Non ha grossi insediamenti industriali, ma in Campania è alta la presenza di scarti speciali e pericolosi: un paradosso che si spiega con l’importazione, forse, illegale da altre regioni. Come gli pneumatici o il "fluff" – residuo tossico della frantumazione degli autoveicoli – sparso nelle campagne di Marigliano.Treni. È il costoso mezzo per trasportare i rifiuti fuori regione o all’estero. I viaggi continuano ancora per lo più verso la Germania e i Paesi del Nord. Fuori regione va anche la frazione organica raccolta dai Comuni con la differenziata: 180-200 euro a tonnellata.Esercito. Presidiano i siti della monnezza. Il Genio Civile a Natale scorso è intervenuto per liberare Napoli e la provincia dall’emergenza rifiuti. La settimana prossima 73 mezzi e 170 uomini toglieranno dalle strade l’immondizia dell’emergenza di Pasqua.Magistratura. Un pool di magistrati alla Procura di Napoli si occupa dei reati ambientali e della crisi dei rifiuti. Indagini per scoprire che ogni emergenza è infarcita di reati, in cui sono coinvolti anche politici, funzionari pubblici, imprenditori. Una delle inchieste più note è quella denominata "Rompiballe" dalla fretta con cui i rifiuti indifferenziati venivano triturati e assemblati nelle false eco-balle.Compost. È il grande assente poiché gli impianti di compostaggio, che trasformano la frazione umida dell’immondizia (il 33% del totale) in fertilizzante non hanno mai funzionato e non funzionano nonostante ci siano, costruiti con soldi pubblici: 4 impianti nell’Avellinese, 1 nel Beneventano, 2 nel Casertano, 1 nel Napoletano, 2 nel Salernitano (dati Ispra).Camorra. Nel 1989 si passa dalla fase artigianale a quella industriale dello smaltimento illecito dei rifiuti in Campania. Riuniti a cena ci sono i camorristi di Pianura e dell’area flegrea, i casalesi, un imprenditore massone – in rappresentanza di politici nazionali e locali – i proprietari delle discariche e di aziende di trasporto. Per la criminalità la monnezza è un affare d’oro e rende possibile il controllo di politica e territorio. Ieri la Direzione distrettuale antimafia ha sequestrato una parte della discarica di Chiaiano, a Napoli, per sospette infiltrazioni del clan dei casalesi nella realizzazione dell’invaso.Proteste. Pacifiche – per l’avvio della differenziata, la chiusura delle discariche – e violente – a Pianura, a Chiaiano, a Terzigno, a Napoli e in provincia. A volte manovrate per secondi fini – dalla camorra per interessi connessi all’edilizia sul territorio o per mantenere inalterato lo sversamento illecito dei rifiuti – più spesso frutto dell’esasperazione e della paura.Salute. In Campania non esiste un Registro dei tumori nonostante la stessa Regione, come pure la Protezione civile, nelle indagini sullo stato di salute della popolazione e sulle malattie più frequenti non hanno mai escluso il rapporto tra la presenza di invasi, soprattutto abusivi, e il picco di malattie tumorali o debilitanti.Unione Europea. Controlla la situazione rifiuti in Campania e l’Italia per la continua violazione delle norme europee in tema di smaltimento e per la non autosufficienza proprio nello smaltimento. Una procedura d’infrazione si è conclusa con la condanna dalla Corte di giustizia europea e il blocco di 500milioni di euro.
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