«Sono scioccata da questa nuova tragedia...». È quasi sera quando, da Bruxelles, il commissario agli Affari Interni
Cecilia Malmström dà voce allo sconcerto e alla preoccupazione della Commissione europea per l’ennesima tragedia nel Mediterraneo. Ma la commozione non annebbia la vista del commissario uscente, che chiede all’Europa di mettere in testa alle sue priorità la questione migratoria : «È ora che gli Stati passino dalle parole ai fatti – incalza –. Chiedo una discussione formale nel prossimo Consiglio affari interni, su come contribuire concretamente alle sfide migratorie nel Mediterraneo». Per il commissario, «sfortunatamente tutti gli sforzi in campo non hanno evitato una nuova sconvolgente perdita di vite. È chiaro che la responsabilità è di tutti gli Stati membri dell’Ue». La Malmström invita tutti i 28 governi a «dare seguito all’ Action
plan identificato dalla Commissione» e impegnarsi nella ricollocazione dei rifugiati direttamente dai campi fuori la Ue e nell’apertura di nuovi canali legali di ingresso: «Portando queste persone in Europa in sicurezza, eviteremmo loro di cadere nelle mani dei trafficanti che mettono in pericolo le loro vite», argomenta, e «se ogni Stato si occupasse di ricollocare» anche solo «qualche migliaio di persone», ciò farebbe «una enorme differenza per centinaia di migliaia di persone che hanno bisogno» e ridurrebbe molto «la pressione dei flussi migratori». E la richiesta di un piano europeo si alza forte dal governo italiano, impegnato nell’operazione
Mare nostrum lanciata dopo il terribile naufragio di ottobre a Lampedusa: «L’Europa non può salvare gli Stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini – dice in serata il premier
Matteo Renzi –. Gli interventi debbono farli anche gli altri Paesi europei, nessuno può girarsi dall’altra parte». La strategia dell’esecutivo, che si dispiegherà nel semestre europeo a guida italiana, punta a ottenere concrete applicazioni del proclamato principio del
burden sharing. Per valutare la situazione nella 'trincea' siciliana domani il premier, in visita a Palermo, avrà alcuni incontri politici sul tema dell’immigrazione. Mentre da Bruxelles, al termine del consiglio dei ministri degli Esteri europei, il titolare della Farnesina
Federica Mogherini osserva come sul versante europeo finora ci si siano state «sicuramente» mancanze: «Da parte italiana sappiamo che dobbiamo continuare a salvare vite, Mare Nostrum serve a questo, oltre che a contrastare il traffico di essere umani, ma è come svuotare il mare con un cucchiaino... Abbiamo bisogno di un sistema sostenibile, a medio e lungo periodo, nel salvataggio in mare e nell’accoglienza. Stiamo lavorando perché al consiglio europeo di giugno ci siano passi avanti per la condivisione della responsabilità...», ripete Mogherini, annunciando inoltre che oggi, in missione a Washington, parlerà dell’emergenza nel Mediterraneo anche col segretario di Stato Usa John Kerry. Un altro tassello della strategia italiana arriva da Vienna, dove il ministro della Giustizia
Andrea Orlando, in un incontro col direttore esecutivo dell’Ufficio dell’Onu su droga e crimine (Unodc) Yuri Fedotov, ha consegnato una proposta di risoluzione sul contrasto al traffico di migranti da far passare al vaglio delle Nazioni unite. Sui fenomeni migratori, ragiona Orlando, c’è «un deficit di cooperazione » a livello europeo e internazionale, «serve un salto di qualità». In Italia, il ministro dell’Interno
Angelino Alfano usa toni accorati: «Le nostre navi sono lì a recuperare morti e a soccorrere i vivi. E l’Europa non ci sta aiutando, si faccia carico di accogliere i vivi...». Nel clima infuocato della campagna elettorale, l’ennesima tragedia innesca le frecciate polemiche delle opposizioni, con Forza Italia, Lega e Sel, che parlano di politiche fallimentari e chiedono le dimissioni di Alfano. Ma il ministro replica: «A chi ci attacca perché facciamo il soccorso chiediamo, di fronte a questi altri morti, di passarsi una mano sulla coscienza».