sabato 24 marzo 2012
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​Con qualche mese di ritardo sulla messa in onda prevista (per novembre 2011) e due film in meno rispetto al progetto originale (uno sulla pedofilia ed uno sulla tratta delle nigeriane), arriva su Raiuno (martedì 27 marzo, sollecitata persino da una recente interrogazione parlamentare) Mai per amore, la collana di quattro film prodotta dalla Ciao Ragazzi di Claudia Mori per Rai Fiction e dedicata al difficile tema della violenza sulle donne. Un argomento su cui è, sicuramente, necessario accendere i riflettori se, come riferisce Liliana Cavani, regista di uno dei quattro film, «durante le ricerche che abbiamo fatto prima delle riprese siamo rimasti sorpresi: non credevamo che i numeri di questo fenomeno fossero così grandi. E nei centri antiviolenza ci hanno spiegato che solo il 10% dei casi viene denunciato perché la maggior parte delle violenza avviene dentro casa e le donne si ostinano a rimanere con l’uomo che le picchia per non rovinare la famiglia o perché sono convinte di poterlo cambiare».Il cambiamento, purtroppo, non avviene quasi mai e i film di Mai per amore lo dimostrano. Ciascuno è dedicato ad un aspetto della violenza sulle donne: Troppo amore, della Cavani, affronta quella fisica; Ragazze in web, di Marco Pontecorvo, solleva il velo sul numero sempre maggiore di ragazze che, in cerca di guadagni facili, si vendono su internet; La fuga di Teresa, di Margarethe Von Trotta, parla del troppo spesso non identificato abuso psicologico; Helena & Glory, di Marco Pontecorvo, affronta il tema della prostituzione che arriva dall’Est Europa.Claudia Mori spiega: «Noi abbiamo scelto di raccontare quelli che ci sembravano i fatti più emblematici di questo disgraziato dramma che coinvolge le donne. In realtà, si potrebbero raccontare tante altre storie sul tema». Del resto, i numeri parlano chiaro: nei primi tre mesi del 2012 sono state già uccise 36 donne e la media delle donne che muoiono a causa della violenza maschile negli ultimi cinque anni è di una ogni tre giorni. Donne che, nell’80% dei casi, conoscono il loro carnefice. I numeri non migliorano nell’ambito della prostituzione: le vittime della tratta delle donne in Italia, per un giro d’affari che oscilla tra i due e i sei miliardi di euro, sono oltre ventimila e, di queste, il 20% è minorenne.In questo contesto, la collana Mai per amore acquista un particolare rilievo nell’offerta del servizio pubblico perché, almeno nelle intenzioni di autori e registi, «dovrebbe consentire alle donne di guardarsi da fuori e vedere cose che, a volte, dall’interno non si vedono; e agli uomini violenti di rendersi conto di cosa stanno facendo». Considerata, però, la durezza del tema trattato, va anche detto che questi film non sono adatti a tutto il pubblico di Raiuno, tantomeno ai tanti bambini che a quell’ora guardano ancora la tv. «È vero che sono forti. Ma confido nell’intelligenza del pubblico».A margine della conferenza stampa di presentazione dei film, che si è svolta ieri mattina, Claudia Mori è tornata sulla vicenda Sanremo e sulle decisioni che dovrà prendere il Comitato Etico in merito alla performance di Celentano: «Non so ancora niente, aspettiamo di vedere cosa verrà fuori. Io credo che andrà a finire in niente». È quello che temono in tanti.
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