Hegel raffigurato in un ritratto del 1831 di Jakob Schlesinger - WikiCommons
Quattromila pagine di appunti, presi da un allievo, riguardanti le lezioni del filosofo Georg Wilhelm Friedrich Hegel nel periodo di Heidelberg (1816-1818), sono stati ritrovati nella biblioteca della diocesi di Monaco e Frisinga. Tra di essi un sicuro inedito: si tratta di una delle lezioni sull’Estetica, di cui si conosceva l'esistenza, ma della quale finora non si aveva alcuna traccia scritta. La notizia è stata data nei giorni scorsi dall’ordinariato bavarese e dalle Università di Jena e Bamberga.
A trovare i cinque faldoni contenti i quaderni e le carte vergati da Friedrich Wilhelm Carové (1789-1852), uno dei primi studenti di Hegel a Heidelberg, è stato lo studioso Klaus Vieweg, docente all’Università Friedrich Schiller di Jena, nonché autore della biografia di riferimento sul principale esponente dell'idealismo tedesco. «Una scoperta tanto sorprendente e fortunata – afferma Vieweg – riesce una sola volta nella vita e può essere paragonata al ritrovamento di una partitura di Mozart». Le tre istituzioni coinvolte non esitano a definirla «la scoperta del secolo».
Vieweg, lavorando nell’ambito di un progetto scientifico condotto da anni insieme ai colleghi di Bamberga Christian Illies e Marko Fuchs, ha seguito una traccia lasciata nel 1988 dal ricercatore di Bonn Willi Ferdinand Becker. Questi in un saggio su Hegel e Bonn aveva scritto che «il lascito Windischmann nella biblioteca del duomo di Frisinga attende di essere studiato». Dell’esistenza delle scatole archivistiche si sapeva, inoltre, perché nell’ambito della catalogazione del patrimonio della biblioteca monacense, in cui è confluita quella di Frisinga, il suo contenuto era stato digitalizzato e inserito nel portale nazionale di settore “Kalliope”. Ma a rendersi conto dell’importanza di quei fogli ci ha pensato anni dopo proprio Vieweg, che la scorsa estate è andato a toccare con mano e a visionare il materiale. Non prima che esso fosse sottoposto a un restauro, visto che era giunto alla biblioteca bavarese in cattive condizioni di conservazione. L’importanza del rinvenimento, pur non trattandosi di autografi hegeliani, è dovuta al fatto che alcuni aspetti del pensiero del grande filosofo tedesco, vissuto tra 1770 e 1831, sono noti solo attraverso i resoconti delle persone presenti alle sue lezioni. Ora le pagine vergate da Carové promettono di gettare nuova luce sull’evoluzione del pensiero hegeliano.