«Sto bene e sono ancora motivato abbastanza per continuare a lavorare. Anche se mia moglie...». Giovanni Trapattoni domani compie 70 anni. Il "Trap", attuale commissario tecnico della Repubblica d'Irlanda, non ha nessuna intenzione di lasciare la panchina.«Sono un credente e tutto è nelle mani di Dio, io lo ringrazio per il fatto che sono ancora in salute e sufficientemente motivato per proseguire. Non ho programmi che vadano al di là delle qualificazioni mondiali, vediamo cosa succede», dice in un'intervista al sito della Fifa. Trapattoni è uno dei più illustri rappresentanti della categoria. Non mancano altri allenatori che, con le Nazionali o con i club, hanno vinto a un'età non proprio verde. «L'esperienza sta tornando di moda: secondo me, il calcio è una scuola. Non si finisce mai di imparare. Forse, persone come me o come Alex Ferguson hanno passato a scuola un pò più di tempo rispetto agli altri», dice riferendosi anche al manager del Manchester United.In famiglia, non tutti apprezzano una carriera così lunga. «I miei figli e le mie figlie sono felici che io vada avanti. Ma mia moglie mi chiede in continuazione: "Quando finisci? Quando finisci?". Io le dico solo: "In futuro!". Lei prova a tirarmi fuori dal calcio, ma non ha molto successo», aggiunge sorridendo. Dopo aver vinto scudetti in Italia, Germania, Portogallo e Austria, Trapattoni ha accettato la seconda missione con una Nazionale. Dopo quella con gli azzurri, tocca alla Repubblica d'Irlanda. «Mi sto divertendo molto», dice. «Avrei potuto scegliere un'altra nazione, ma sentivo che qui c'erano le condizioni giuste. Conosco bene il calcio inglese e sapevo già abbastanza di molti giocatori irlandesi: hanno una mentalità simile alla mia, il loro spirito è fantastico - prosegue descrivendo l'avventura che ha intrapreso -. Nel primo incontro, ho detto ai ragazzi che avrebbero dovuto fidarsi di me: ho l'esperienza per portare avanti la squadra. Loro, per fortuna, hanno accettato con entusiasmo».