Sembra una storia scaturita dalla penna di Sergio Tofano o partorita dalla fantasia senza confini di Charles Perrault. Per una volta almeno, però, la fiaba assume i contorni della realtà grazie all’ambizioso, originale progetto che pro loco e amministrazione comunale intendono “scrivere”: fare di Sant’Agata Feltria, in provincia di Rimini, la capitale della fiaba.Nonostante l’Italia sia una nazione principe della fiaba (basti pensare a Giovan Battista Basile ed Emma Perodi), inspiegabilmente non esiste ancora un luogo in cui questo genere letterario regni sovrano. Rocca Fregoso castello delle fiabe, Sant’Agata Feltria capitale del fiabesco. «È necessario un felice baluardo, un’accademia in cui la fiaba sia studiata, difesa, salvata, interpretata. – spiega il pedagogista e studioso Antonio Faeti che del progetto è curatore –. Nel candidarsi a capitale del fiabesco, Sant’Agata compie un grande dovere. E Rocca Fregoso è quel castello emblematico che la fiaba desidera come propria autentica residenza».Faeti, per il quale l’Università di Bologna ha appositamente creato la cattedra di Letteratura per l’infanzia, è originario proprio di Sant’Agata Feltria, borgo incastonato tra due regioni (Marche ed Emilia Romagna) e uno Stato (la repubblica di San Marino). Pensando a un museo permanente per bambini, ma anche adulti, che vuole conservare l’educazione al sentimento dei valori positivi, l’ha immediatamente immaginato nella Rocca Fregoso, il simbolo del paese insieme al tartufo bianco pregiato e al teatro “Angelo Mariani”, un piccolo capolavoro ligneo del Seicento (il più antico d’Italia) capace di incantare persino Vittorio Gassmann, che qui in volle registrare alcuni canti della
Divina Commedia per la Rai. La Rocca sorge su un enorme blocco di pietra arenaria, e dall’alto di questo strapiombo naturale domina non solo il paese, ma la sottostante valle del Savio. Innalzata nel X secolo dal conte Raniero Cavalca come baluardo bellico, divenne più famosa come residenza signorile per varie casate fino a quando con Federico da Montefeltro (1463) iniziò un periodo splendido, che proseguì con la famiglia genovese dei Fregoso di cui conserva ancora il nome.Dopo vent’anni di restauri, la Rocca è finalmente restituita nella sua interezza al pubblico. Qui prenderà corpo il Museo della Fiaba (aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) tra stanze, torrioni, sotterranei e scalinate mozzafiato. Quattro le stanze dedicate ad altrettante tematiche differenti: “Scarpe-scarpette-scarpettine” (da Cenerentola alla Piccola Fiammiferaia), “Solitario castellano” (dal Capitano Nemo al
Signore degli Anelli), “Viaggiatore solitario” (Saturnino Farandola, ad esempio) e “Fanciulli nella foresta” (da Mowgli a Peter Pan). Attraverso libri, estratti, scritte, animazioni a tema ma sempre partendo dall’approccio fondato sullo stupore infantile di Elémire Zolla, si farà la conoscenza di personaggi e autori. E non mancano i riferimenti al fumetto, dal ranger Tex al pilota bastian contrario Mister No. Gli approfondimenti multimediali, come la biblioteca virtuale, creano non solo un’atmosfera suggestiva ma anche un perfetto incontro tra tradizione e innovazione. La prima stanza è già completa e visitabile con biblioteca virtuale e tavolo
touch screen per la navigazione: tecnologie multimediali che si fondono con il sapiente lavoro degli artigiani del paese. Il Museo Ferragamo, poi, ha donato alcuni volumi che illustrano la storia delle scarpe da fiabe e un’opera che raffigura la celebre calzatura in cristallo di Cenerentola.La Rocca dunque si popola di libri, sagome, video, estratti, scritte, animazioni sul tema con alcune signore ad indossare i panni di. E per rispettare la tradizione, ci saranno angoli comodi dove farsi raccontare le fiabe dalla “nonna raccontatrice di fiabe”. «È un progetto unico e impegnativo – lo dipinge con entusiasmo la presidente della pro loco, Rita Marini – e di grande richiamo». Secondo l’ex assessore al Turismo della provincia di Rimini, Fabio Galli, che ha affiancato l’amministrazione, la Rocca delle Fiabe «può attirare turisti e rivelarsi un volano per la cultura e il turismo».