venerdì 7 marzo 2014
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Dopo il flop negli ascolti, Sanremo incassa un altro dato negativo: le vendite discografiche degli artisti partecipanti sono crollate. L’allarme l’ha lanciato l'autorevole periodico musicale Musica&Dischi. «Il Festival di Sanremo - su cui buona parte della nostra discografia aveva puntato tutto - si sta rivelando un fiasco di dimensioni oltre ogni possibile previsione: la tradizionale compilation (quest'anno pubblicata dalla Universal) abitualmente subito insediata al vertice della classifica, questa volta si aggiudica una risicata quarta posizione, e la maggior parte dei titoli cede in graduatoria (con l'eccezione della vincitrice Arisa, che tuttavia non va oltre la seconda posizione né nei singoli né negli album). Un risultato assolutamente deludente, che pone molti interrogativi sul ruolo della manifestazione in rapporto alla promozione discografica». Intendiamoci, negli ultimi anni Sanremo valeva 2-3 punti percentuali sul fatturato annuale della discografia. Ma il nuovo dato dovrebbe fare riflettere molto bene tanti. Non solo i discografici (che ci puntano ancora perché, talent a parte, non sanno più che vetrine usare) e gli artisti (disperati come i loro manager) ma anche la Rai.Per Marinella Venegoni, critico de La Stampa, «il minestrone complessivo ha annegato le canzoni, per quel che di buono c'era (…). Tutto l'impianto del Sanremone - così com'è diventato da quando la musica è diventata un riempitivo - va rivisto, e alla grande».Qualche idea per rilanciare il Festival noi abbiamo provata a esprimerla. Ma in giro, ovviamente, ce ne sono molte altre. Bisogna avere il coraggio di cambiare. Perché, a dire la verità, è da un po’ che non si capisce bene a che cosa serva a un artista vincere il Festival di Sanremo. Chiedetelo a Marco Carta, visto che Arisa (per ora) ci crede ancora.
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