Blu le mille maglie blu. Anzi azzurre. Quelle che vuole il ct Antonio Conte. Una macchia azzurra al seguito dei suoi ragazzi. Azzurro il pomeriggio sia troppo azzurro mercoledì contro gli irlandesi. Un appello alla Repubblica fondata sul pallone, che sì sa, segue con più interesse le vicende dei club che quelle della Nazionale. «Meglio un secondo tempo del Crotone che un cross di Candreva», si diceva fino a una settimana fa prima della rinascita del calcio italico. Ora con il primato e la qualificazione precoce agli ottavi di Euro2016 il cielò è sempre più blu o azzurro, a seconda dei punti di vista. Però dopo esserci ammantati di azzurro occhio a non perdere di vista la realtà. Basta poco a far diventare il fenomeno invincibile del «contismo» (per la Crusca gazzettara pare sia un termine inventato dal sor Sconcerti ma lo scrivente e mastro Cucci lo adottano dai tempi dell’Antonio barese) una caricatura di un’Italietta operaia assurta ai vertici del movimento Europeo. Forse più che i tifosi sarebbe più opportuno che Giaccherini e compagni indossassero le “tute blu” da metallurgici del calcio, almeno fino al 10 luglio (la domenica della finalissima). Solo così possiamo sperare che ancora una volta la classe operaia vada in paradiso.