La 31ª di Serie A potrebbe rimanere agli annali come la giornata dei titoli di coda. Quinto scudetto di fila praticamente consegnato alla Juventus, fine della favola fantasy del Napoli di Sarri e di sicuro addio ad ogni sogno di gloria delle due milanesi. Partiamo dall’alto. Max Allegri sta per staccare il biglietto vincente, secondo scudetto consecutivo da “manager” bianconero in una stagione in cui è stata una fortuna che la sua Juve si sia inceppata in avvio, altrimenti questo campionato sarebbe già finito a Natale. E invece allora c’era un’Inter formichina, che nel suo piccolo ancora non s’arrabbiava contro gli arbitri, metteva assieme una serie record di 1-0 andando sorprendentemente in vetta. Roberto Mancini davanti al panettone ben mangiato veniva osannato come il re ma- gio della Beneamata, e lui ringraziava il Cielo stringendosi al collo la sciarpa benefica con su stampato il
Totus tuus. All’Inter dopo la débâcle con il Toro e l’addio anticipato al 3° posto rimpiangono perfino Mazzarri e a sua volta il Mancio sogna ancora i vecchi tempi del Manchester City. Nostalgia canaglia anche per il suo dirimpettaio a San Siro, Siniša Mihajlovic, che incassa l’ottava sconfitta stagionale e il Milan per punizione viene spedito in ritiro. «Noi il ritiro non lo avremmo mai accettato », fa sapere da Pisa il vecchio Gattuso diventato tecnico del club toscano. Bocciatissimo Siniša, forse Gattuso si candida – dopo Pippo Inzaghi – per la panchina come “tecnico ragazzino” cresciuto a Milanello? Chissà... Di sicuro quel suo Milan in ritiro non ci andava perché il buon Rino giocava in una squadra dove era il meno tecnico e nonostante tutto divenne uno dei tre uomini decisivi del Mondiale azzurro 2006, assieme a Materazzi e Grosso (che ha appena vinto il Torneo di Viareggio da mister della Juventus Primavera).
Maledetta primavera potrebbe essere la canzone di Gonzalo Higuaín che, oltre a perdere di vista la testa della classifica, allo Stadio Friuli ha perso anche la sua. Il
face to face troppo ravvicinato – con contatto – ai danni dell’arbitro Irrati, potrebbe avere gravi ripercussioni. Espulso, rischia 4 giornate di squalifica: «Me ne aspetto una come per Bonucci», dice il fratello-agente. Senza i suoi gol per il Napoli sarà dura accorciare quel meno sei che lo separa dalla Juventus. Sarri sa che è praticamente impossibile, e infatti da un po’ si è messo ad accampare alibi, tipo «da quando siamo secondi abbiamo sempre giocato dopo la Juve». Il tecnico partenopeo da quando spende energie per prendersela con gli arbitri ha rimediato quattro turni di squa-lifica, ma gli è andata bene perché per l’insulto omofobo a Mancini aveva rischiato quattro mesi di stop. A un mese dalla fine del torneo continuano a saltare panchine. Alla Lazio dopo il poker incassato nel derby con la Roma Stefano Pioli saluta, scortato dalla celere, e al suo posto subentra Simone Inzaghi. Cambiare ha fatto bene all’Udinese (De Canio per Colantuono), ma soprattutto alla Roma: se Spalletti avesse preso prima il posto di Garcia magari non saremmo già ai titoli di coda.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Campionato Bianconeri a un passo dal 5° scudetto di fila Higuaín perde la testa e forse un po’ anche Sarri Le due milanesi al capolinea Lazio, via Pioli c’è Simone Inzaghi FURIA. Gonzalo Higuaìn, espulso a Udine
GIOIA Gigi Buffon e i suoi compagni della Juve esultano sotto la Curva bianconera