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L’icona si scrive. Non si tratta di semplice immagine, l’icona ti permette di affondare lo sguardo in un Mistero che è rivelazione, teologia, divina bellezza. Pensavo a questo mentre seguivo con preoccupazione le vicende legate all’Ucraina, terra di santi e di bellezza.
Pensavo a questo tenendo fra le mani l’ultima fatica di Alfredo Tradigo: Icone e volti d’Oriente. Teologia della bellezza e della luce (Mimep-Docete, pagine 650, euro 45). Un libro che non è semplicemente l’ennesima opera sull’arte orientale, l’unica veramente sacra a detta di Evdokimov, ma è un affascinante viaggio dentro le verità fondamentali della fede: la creazione, il Cristo e le sue due nature, la Vergine Madre e la Chiesa, i martiri e i santi, le feste liturgiche.
Un libro che può essere di grande utilità nella predicazione, nel preparare un percorso quaresimale, illuminato dalle suggestioni spirituali offerte dalle icone, relative al brano di Vangelo domenicale. Come giustamente osserva l’autore nell’introduzione, le Icone non si limitano ad illustrare un tema, un avvenimento sacro, un personaggio, ma lo interpretano dal punto di vista teologico e simbolico. E forse abbiamo bisogno, noi tutti di affondare lo sguardo nell’universo simbolico della divina Bellezza, per essere confortati nella confusione che regna nel presente, per essere spronati a credere ancora nella possibilità di una vera rinascita dall’alto grazie ai misteri della fede.
Come ancora si legge nell’introduzione: questo immenso patrimonio è come una luce sorta da Oriente per illuminare il Novecento, portando il Verbo dell’icona in Europa e oltreoceano. Non solo il Novecento, certo, ne viene illuminato ma anche l’uomo del XXI secolo il quale, proprio mentre sperimenta la potenza delle sue invenzioni e delle sue possibilità, si trova a combattere con i mostri di sempre: malattia; morte; dissidi fra le nazioni. Che il Verbo delle icone, come afferma Tradigo, possa accendere in noi questa stessa luce che, mai conculcata, può ancora illuminare il nostro presente.