martedì 11 giugno 2013
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«Renzi ha perso le primarie apposta per essere al mio Tutto Dante, se no era in ben altro Inferno…» scherza Benigni alla presentazione, in Palazzo Vecchio, dell’edizione 2013 del suo fortunato spettacolo, che dal 20 luglio al 6 agosto prossimi verrà nuovamente allestito a Firenze, in Piazza Santa Croce, per 6000 spettatori a sera.«Dobbiamo concludere l’Inferno e abbiamo deciso di farlo subito, senza far passare anni» continua il comico toscano, cittadino onorario di Firenze. «L’entusiasmo è lo stesso, per ripetere la formula che vedrà la serata divisa in due parti. Una in cui si parlerà di brutture legate all’attualità e l’altra in cui leggerò i versi di Dante». Riparte dunque da dove lo aveva lasciato l’estate scorsa, mentre fra la prima e la seconda edizione erano passati sei anni. «L’ultima parte dell’Inferno è la più alta, è imperdibile» dice Benigni, che ormai da anni porta in giro per tutto il mondo il suo spettacolo, che è una formula unica: «Non esiste un Tutto Shakespeare in Inghilterra» scherza ancora, e dice che perfino in «Corea, in Africa, in Israele e nel mondo arabo ha avuto richiesta di farlo, perché è la poesia che regge ogni contenuto».L’edizione 2013 sarà prodotta ancora una volta dalla Melampo Cinematografica e organizzata da Lucio Presta con la produzione esecutiva di Arcobaleno Tre. La regia sarà curata da Stefano Vicario per il Full HD e Massimo Pascucci per la fotografia. Sarà possibile seguirlo sul sito www.tuttodante.it e sulle pagine ufficiali di Facebook e Twitter o all’hashtag ufficiale #TuttoDante (ma stavolta la Rai non sarà coinvolta nell’operazione). «Spero che anche Dan Brown venga a una delle serate» dice Benigni, riferendosi al fatto che il discusso scrittore lo vorrebbe come attore nel film che verrà tratto dal suo ultimo bestseller ispirato, appunto, a Dante. Il comico poi scherza sul sindaco di Firenze dicendo che «la presenza di Renzi a tutte le serate è fondamentale, perché dà lo scintillio necessario». Sia Renzi che Benigni sottolineano come l’evento sia un’occasione per vivere l’emozione della città di Firenze, visitarla e poi assistere allo spettacolo in Santa Croce «nella piazza in cui forse è stata pensata la poesia più alta». Certo in tv, gli viene fatto notare, lo spettacolo non è andato altrettanto bene come indice di ascolti, ma lui dice che «è il massimo che si può ottenere. Parlare della poesia è difficile ma luminoso, è una speranza organizzata. Il numero di ascoltatori che ha seguito Dante, poeta che parla una lingua difficilissima, è per me una quantità immensa».E se fra i progetti futuri c’è davvero quello sui Dieci Comandamenti lui dice che «potrebbe essere da fare. L’ho buttata lì come una battuta in una serata sulla Costituzione ed è stata presa sul serio. Potrebbe essere un appuntamento da prima serata, da fare proprio da Firenze,  un Comandamento per serata». E Renzi chiosa: «Magari in Duomo».
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