L’intenzione di andare avanti «determinati e concentrati sulle misure» è controbilanciata da un appello che tradisce per intero le preoccupazioni del premier: «I partiti evitino giochi e giochetti che non fanno l’interesse del Paese», dice Enrico Letta nell’intervista al
Tg1 con cui celebra i cento giorni del suo governo.Li vede sotto i suoi occhi, Letta, i giochi e i giochetti del Pd e del Pdl. Gli azzurri tentati, dopo qualche ora di tregua, di forzare di nuovo la mano con il capo dello Stato per ottenere un provvedimento «ad personam» a favore di Silvio Berlusconi. Il suo partito strattonato, invece, dalle diverse anime che vogliono andare al voto subito. Letta, piuttosto, in questi cento giorni a Palazzo Chigi ha capito che l’Italia tiene non solo in funzione dei provvedimenti che adotta, ma anche, forse soprattutto, per l’elemento di stabilità offerto dalle larghe intese ai mercati e all’Europa.Appare sereno il premier, ma anche molto deciso quando ricorda che «ora c’è da agganciare la ripresa», quando rammenta che «la caduta si è arrestata» e tutti i primi dati del secondo semestre indicano un cambio di passo dell’economia. La domanda, sottintesa, è una: chi si prende la responsabilità di mandare l’Italia in campagna elettorale ora che si può dare ossigeno ai cittadini?È tutto proiettato in avanti il suo discorso politico. Il dossier on line sui cento giorni non è solo un elenco di cose fatte, ma anche e soprattutto il messaggio che «si può fare», che l’Italia non è in paralisi. «Lo sapevamo che non era facile – scrive Letta nell’introduzione al corposo documento –. Ma gli italiani capiscono. Capiscono che non c’è alternativa. Non a questo governo, ma alla necessità, per una volta, di mettere da parte le contrapposizioni e le viscere per avere stabilità». Poi il messaggio al Pd: «Nessuno ha la presenzione di durare per sempre, questo governo non si erge a modello ma vuole rizollare il campo da gioco e fare cose di buon senso». Un gancio destro è riservato anche a Grillo e al Parlamento: «Se abbiamo insistito così tanto con il Senato sul tetto ai compensi dei manager pubblici, è perché il governo si è tagliato lo stipendio. Sui costi della politica stiamo agendo».Anche di fronte alle perturbazioni che arriveranno dopo Ferragosto, l’unica strada di Letta è presentare un’agenda forte. Ieri sera ha già annunciato interventi immediati su scuola e femminicidi, ma ha anche allungato lo sguardo verso una legge di stabilità fatta di altri sgravi alle assunzioni e di detrazioni fiscali per le aziende che «investono e non tutelano le rendite». E nemmeno è casuale quella nota di Palazzo Chigi che annuncia, per oggi, la prima riunione del gruppo ministeriale che preparerà il semestre europeo che inizierà a luglio 2014: l’orizzonte dell’esecutivo non è mutato ancora.