Un'agenda per il Campidoglio. Il nuovo sindaco di Roma dovrà affrontare temi non più rinviabili. La "Caput Mundi" paga il confronto con le metropoli europee ma fatica anche ad essere all'altezza del suo ruolo nazionale. Gli abitanti della città eterna si scontrano ogni giorno con i problemi del trasporto pubblico insufficiente, che sconta la mancanza di investimenti della mobilità su ferro di superficie e sotterranea, del traffico caotico, dell'inquinamento, del degrado urbano, dei servizi lontani dall'essere a misura di romano, della sicurezza a rischio in più di un quartiere. E la crisi che non demorde chiede una valorizzazione delle immense risorse culturali e artistiche, per combattere la disoccupazione e gli sfratti. Un caso esemplare è l'ottocentesca Villa Blanc e il suo parco su via Nomentana: da decenni in attesa di essere aperta al pubblico, privata ora dei vincoli ambientali e architettonici, rischia di essere deturpata da una riconversione a università privata.
1 POLITICHE FAMILIARI Due i segnali importanti sicuramente da perseguire. Il Quoziente Roma ha ampliato i criteri di calcolo del’Isee (indicatore di situazione economica equivalente), esentando dalla tassa sui rifiuti 90mila famiglie. La revisione del calcolo dell’Imu sugli immobili di pregio ha poi esentato il 36% (376 mila famiglie) delle prime case dal pagamento dell’imposta. Un criterio di equità fiscale da ampliare.
2. ANZIANI SOLI E POVERTA' A
Roma il 20% della popolazione è sopra i 65 anni, 70mila gli anziani fragili. Più che grandi investimenti, serve un’impostazione diversa dell’architettura dell’assistenza, per portare il più vicino possibile i servizi socio-sanitari - assieme alla Regione - a chi non può affrontare la città e la sua burocrazia. I servizi domiciliari, oggi servono solo il 3% degli anziani. Serve una 'centrale operativa', un monitoraggio dei casi più fragili, sostegni per reddito, affitto, badanti. Poi c’è la povertà estrema: 6mila senza fissa dimora - senza contare i Rom - di cui la metà dorme per strada o in baracca. Il 20% sono italiani. Roma è la città con più sfratti: 30mila negli ultimi 5 anni, due terzi per morosità. Oltre 50mila le famiglie in disagio abitativo, 125mila giovani 'costretti' nella famiglia d’origine.
3 PERIFERIE GRIGIE Se a Roma l’affluenza al ballottaggio è stata solo del 44,93%, il record negativo è stato proprio nel Municipio VI, dov’è Tor Bella Monaca: 40,33%.Vivere ai margini significa trasporti insufficienti, degrado, insicurezza. La scarsa partecipazione al voto è sintomo di una profonda disilllusione di chi si sente abbandonato da anni, nonostante le ricorrenti promesse di riqualificazione, a 'Torbella' come in altri luoghi simbolo, vedi il Corviale col suo palazzo-serpentone da un chilometro. 4 MOBILITÀ E TRASPORTI Sempre più urgente la conclusione della metro C, che ha visto schizzare i costi, per collegare la zona Est al Centro. Ma è tutta Roma che paga un’offerta insufficiente di trasporto pubblico e carenze pesanti nella manutenzione dell’asfalto (caratterizzato da buche e tratti dissestati), con rischi reali per chi viaggia su due ruote, scelta obbligata per sopravvivere al traffico. L’alternativa al mezzo privato spesso non è conveniente: bassa frequenza delle corse, taxi troppo cari, carenza di piste ciclabili (una 'grande opera' a costi contenuti), ora buone solo per la pedalata domenicale. 5 SICUREZZA-INTEGRAZIONE Senza un piano organico e costante di inclusione sociale gli sgomberi degli insediamenti abusivi - di rom e di immigrati irregolari - non potranno da soli risolvere il degrado e le ripercussioni sulla sicurezza. La disoccupazione è più pericolosa tra gli stranieri che non hanno una rete familiare. Oltre alla microcriminalità, preoccupa l’invadenza rampante delle mafie, con regolamenti di conti alla luce del sole, crescita dello spaccio, infiltrazioni nel tessuto economico.6 SCUOLA-LIBERTÀ EDUCATIVA Il Comune, che ha competenza sulle scuole dell’infanzia, può contare a Roma su 544 istituti paritari non statali per i più piccoli. Ma Roma non potrebbe fare a meno dell’offerta scolastica pubblica non statale e non comunale: 160 primarie, 78 secondarie di 1° grado e 144 di 2°. E molte famiglie romane chiedono un sostegno per poter scegliere liberamente l’offerta educativa.