I forti malumori delle famiglie. E soprattutto la rivolta dei Comuni. Il governo ha fiutato l’aria di tempesta e per non chiudere l’anno con un picco di impopolarità è corso ai ripari sulla Tasi, l’imposta sulla casa. Con un decreto correttivo, ha spiegato il ministro Graziano Delrio, saranno trasferiti ai Comuni 1,3 miliardi di euro – 800 milioni in più rispetto ai 500 previsti nel testo della legge di stabilità – per permettere loro di fare "sconti" adeguati alle famiglie senza mandare all’aria i bilanci degli stessi enti locali.
Tutto bene, dunque, avremo imposte sull’abitazione principale più leggere per le famiglie con figli? Il governo ha ascoltato il grido di dolore che si levava dal Paese? In realtà, il meccanismo allo studio sarebbe diverso da un trasferimento di fondi che il governo non ha a disposizione e faticherebbe assai a trovare. La strategia sembra piuttosto quella di rendere più flessibili le aliquote ora fermate da un "tetto" al 2,5 per mille per la prima casa (e al 10,6 per le seconde), aumentando quel limite, si ipotizza, fino al 3,5 per mille. In questo modo l’incasso totale previsto per i Comuni sarebbe maggiore e i singoli enti locali avrebbero più ampie possibilità di modulare le detrazioni. Per esempio, fissando un’aliquota standard al 3 per mille e prevedendo uno sconto per ogni figlio a carico oppure uno in base al reddito del proprietario.Sono due allora le morali della vicenda. La prima è che, nella penuria di risorse e con i vincoli di bilancio persistenti, per far pagare di meno qualcuno, qualcun altro dovrà pagare di più. La seconda, decisiva, è che ora tutto è in mano ai singoli Comuni. Saranno loro a scegliere in base a quali criteri – il numero dei figli, il reddito o altro – stabilire gli sconti. E qui, come insegna l’Alighieri, si parrà lor nobilitate, cioè l’attenzione alla famiglia finora dimenticata, quando non esplicitamente penalizzata. È il federalismo, bellezza! E davvero non si sa cosa può riservarci... A meno che, nel decreto correttivo, non si inserisca anche un comma per vincolare i Comuni a prevedere detrazioni per i figli a carico.