Il Forum delle associazioni familiari ha lanciato la sfida in vista della Conferenza programmatica di fine settembre. Dopo le dimissioni del ministro Enrico Costa il presidente Gigi De Palo si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha assunto la delega della Famiglia. Una lettera nella quale si chiede che in quella occasione si proceda con scelte vere, strutturali, durature. L'appuntamento non deve quindi trasformarsi in una sorta di campagna elettorale sui figli.
La reazione è stata immediata e forte. Dai sindacati al Terzo settore si è registrato un forte consenso e la richiesta che finalmente la famiglia venga considerata centrale nella politica nazionale.
«La famiglia rappresenta la prima agenzia educativa, un pilastro come comunità educante e un faro nei confronti dei figli» dice Filomena Albano, magistrato e presidente dell’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza. E, come interventore, dall’agosto scorso, dell’Osservatorio sulla Famiglia, dopo un lavoro «lungo e proficuo», segnala la necessità di non far cadere l’appuntamento del 28 e 29 settembre della Conferenza nazionale sulla Famiglia perchè la famiglia con figli è ormai un soggetto sociale a rischio. «In effetti -dice - i dati Istat evidenziano che le famiglie con almeno tre figli minori sono in condizioni di povertà assoluta nella misura del 18 per cento. Un dato che indica con chiarezza come il numero dei figli abbia una netta incidenza sul rischio povertà. Ma al di là di questo, emerge una fragilità di carattere generale: il sistema di assistenza sociale sul territorio è assolutamente carente».
"Dopo 6 anni di assenza è stato rimesso in piedi un tavolo, ed è un anno che si sta lavorando insieme, proficuamente fra organizzazioni sindacali, imprenditoriali, Regioni, Comuni, associazioni. Se ora si rinvia tutto per il venir meno dell’interlocutore nell’esecutivo è come buttare all’aria tutto il lavoro fatto. Sarebbe una mancanza grave verso le famiglie", spiega Giovanna Ventura, della segreteria confederale della Cisl. E osserva: "È emerso che mancano misure strutturali e non emergenziali. Non si può intervenire solo sul versante della povertà, come a curare il male quando si è già manifestato. Più di tutto mancano i livelli essenziali di assistenza che sono stati individuati per la sanità, ma non per il sociale. Per cui l’assistenza è garantita a macchia di leopardo."
Per Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore "c’è, per il nostro Paese, il problema di invertire le rotte demografiche e di un insufficiente ricambio generazionale. E c’è l’esigenza di affrontare seriamente il tema delle povertà. Queste sono le priorità". E sul tema del fisco "bisogna superare le una tantum provando a incidere in maniera strutturale, anche con qualche misura di carattere sperimentale sulla fiscalità.
I partiti e la famiglia
«Condivido le preoccupazioni relative alla famiglia - commenta Stefano Lepri, vice capogruppo del Pd in Senato - e spero che Gentiloni, assunto l’interim, partecipi in prima persona all'appuntamento di settembre. Da 60 anni brilliamo per mancanza di strategie a favore della famiglia, non c’è più tempo da perdere».
"E sono d'accordo col Forum delle famiglie di agire in fretta. Certo i tempi sono stretti, il dibattito politico in vista della legge di Bilancio avviene entro la metà di settembre ed è già in corso. Ma temo, considerando anche la dialettica parlamentare, che sia tardi per inserire nuove proposte nella legge di Bilancio. Concordo con il Forum sul fatto che le priorità sono i figli, ma non solo: ad esempio è fondamentale avviare un piano nazionale per qualcosa che all’estero esiste da tempo, ovvero i Centri per le famiglie, luoghi in cui possano apprendere l’arte di buoni genitori, trovare consigli e sostegno rispetto alle difficoltà della vita familiare, mettere in comune le esperienze e quindi le soluzioni. In Francia ogni Comune ha il suo, in Italia Trento è molto avanti. Inoltre è necessario mettere a sistema quello che già c’è: assegni familiari, detrazioni per figli a carico, assegni per bebè, asili e baby sitter, misure per il terzo e quarto figlio. E semplificarne l’accesso: le famiglie non sanno più districarsi. Renzi sostiene che l’assegno unico per i figli a carico sarà uno dei temi forti della prossima legislatura. Noi ci battiamo comunque perché in questo ultimo scorcio di legislatura avvenga il primo passo, cioè almeno l’approvazione della legge delega in parlamento. Ma non dipende solo da noi.
"Siamo pronti a lavorare, sin dalla prossima legge di bilancio, con chi - volontariato, Forum delle famiglie, associazioni di base - pone in maniera pragmatica e non ideologica il tema dell’aiuto alle famiglie", assicura Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Che pone il tema delle risorse (il Forum chiede 4 miliardi per la famiglia nella legge di Bilancio ndr): "Nella proposta di Forza Italia i miliardi in gioco sono ben di più di 4. Essa si occupa in realtà di povertà, mentre una proposta specifica per la famiglia dovrebbe partire dal livello fiscale, stabilendo un rapporto differenziato in ragione del numero dei figli. La proposta di s'intitola 'Nessuno resti indietro'. È la proposta liberale portata avanti da Berlusconi sin dal 1994, che dal nostro punto di vista è migliore di quella di sinistra. Basata su: meno tasse, più crescita, più lavoro e più risorse per aiutare chi resta indietro. L’economia cresce riducendo la pressione fiscale, e solo se si produce ricchezza la si può distribuire meglio, altrimenti fai solo debiti che scarichi sulle generazioni future".
Enza Blundo, senatrice del Movimento 5 Stelle, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza. Madre di cinque figli è da sempre molto attenta alle politiche familiari. «L’alto tasso di povertà minorile e l’aumento della disoccupazione – spiega – impongono maggior attenzione alle politiche di sostegno ai redditi familiari». In quanto all'appello del Forum per destinare 4 milardi nella prossima manovra alle famiglie afferma: "Sicuramente gli interventi a favore delle famiglie sono un buon investimento per uno Stato democratico. Ciò che abbiamo vissuto con la crisi e vediamo accadere ancora è dovuto proprio a una scarsa tutela delle nostre famiglie e a una ristrettezza dei fondi destinati al sociale. Serve un vero supporto a chi ogni giorno si prende la responsabilità dei minori. Ora però bisogna stare attenti a come vengono smistati i fondi: vediamo che alcune realtà che ne beneficiano non sono del tutto corrette e adeguate a garantire questa vera tutela e, in quei casi, dare risorse può essere un rischio, oltre che una perdita. Garantire finanziamenti e fondi al sociale, alle famiglie e a strutture controllate, però, credo che sia un ottima politica sociale e un ottimo investimento. Si generano risparmi sulla sanità e altre spese da affrontare che si verificano quando le condizioni si aggravano e si manifestano".