L'équipe che ha organizzato il Seminario Quarenghi di Santa Maria di Leuca
I giovani e la vita, un legame forte e autentico. Un’osservazione che ha a che fare con i Seminari “Vittoria Quarenghi” che esattamente da 40 anni – il primo fu a Palmi (Reggio Calabria) dal 14 al 20 settembre 1984 – vengono proposti ogni anno dal Movimento per la Vita ai giovani come occasione di crescita, riflessione, formazione, in un contesto di amicizia e allegria. L’ultimo si è svolto a fine luglio a Santa Maria di Leuca, bellissimo il tema di fondo: “Nati per qualcosa di grande. Costruttori di futuro cercasi”.
Una partecipazione attenta, ragazze e ragazzi pronti a lasciarsi coinvolgere, a capire, a imparare.
Scrive Davide: «Il Seminario è stato una grazia. Un dono enorme e gratuito. Mi sono commosso ascoltando alcuni interventi, e così anche molti dei ragazzi che erano presenti. Non lo dimenticherò mai. Grazie al Movimento per la Vita, grazie a Carlo Casini, grazie a Dio per i testimoni della Vita. Per noi giovani è essenziale. Ce la metteremo tutta, proprio come coloro che ci hanno preceduto e che in terra e dal Cielo ci accompagnano. Vogliamo spendere tutte le nostre energie per diffondere una cosa così bella: il Vangelo della vita».
Tra questi testimoni c’è anche Vittoria Quarenghi – prima segretaria del Movimento per la Vita, andata in Cielo il 6 febbraio 1984, proprio nel giorno della Giornata per la Vita – attorno al cui nome si ritrovano da 40 anni i tantissimi giovani che partecipano ai Seminari. «Il servizio nel volontariato per la vita è un’opportunità – dice Francesco – ed è bello farlo conoscere anche per l’esempio di quelle grandi persone che ci hanno preceduto in questo sentiero». Come Vittoria, appunto, a cui è dedicato un convegno che si terrà a Bergamo, sua città natale, il prossimo 5 ottobre. «È stata una fantastica settimana – scrivono i giovani dell’Equipe –. Cosa possiamo dirvi se non che lo sguardo di questi ragazzi ci dice un enorme grazie? Quello che stiamo facendo è di un’importanza fondamentale; veramente è questione di vita o di morte. Spero che questi ragazzi ci accompagnino durante tutto l’anno e ci ricordino l’enorme responsabilità che abbiamo».
Leggendo e ascoltando quanto hanno detto e scritto i giovani, e ripensando ai volti di tantissime ragazze e ragazzi che sin dagli inizi del Movimento hanno mostrato di credere davvero in un Ideale che cambia la vita personale e migliora il mondo, si comprende la bellezza di un popolo nuovo – generato da una rivoluzione culturale ricca di speranza, gioia e profezia –, che cresce: il popolo della vita. Non vi è dunque motivo di scoraggiarsi, ma solo motivi per dare ragione della speranza sprigionata dal Vangelo della Vita, come ci dicono i giovani, che insistono: «La gioia è molto più grande della fatica. Esistiamo per qualcosa di grande e vogliamo costruire il futuro». Come non lasciarci sorprendere da una briosa scossa di energia? Dice Antonella: «Non possiamo aspettare che siano altri a fare le cose al posto nostro: noi giovani dobbiamo essere protagonisti di una narrazione diversa della vita, che riconosca l’inalienabile dignità di ogni essere umano; noi per primi dobbiamo rifiutare l’indifferenza che spinge le mamme verso dolorose scelte di morte e invece stare al loro fianco e sostenere il coraggio dei loro “Sì alla vita”; a noi spetta sia essere la voce di quei bambini non ancora nati sia convincere il mondo che ciascuno di loro è già, fin dall’inizio, “uno di noi”».
E poi Irene: «Abbracciare la missione di difendere la vita nascente necessariamente stravolge e trasforma la visione della propria esistenza, donandole un significato nuovo, una prospettiva di senso che valorizza ogni giornata e che ci spinge a metterci in gioco. La nostra voce è chiamata a levarsi forte e chiara quando si tratta di dire la verità e smontare le bugie, quando ci sono delitti che vogliono essere considerati “diritti”. Essere prolife significa bandire l’indifferenza dalla propria vita, diventare allergici a quella noncuranza che impedisce lo sguardo sugli altri, e adottare la Speranza, quella allegra e laboriosa che chi ama profondamente la vita non può fare a meno di avere nel cuore».
Ora Edoardo: «Anche io posso fare la differenza. Grazie per avermi fatto capire che io valgo, sono un pezzo unico, ho una luce che non devo mai spegnere». E Andrea: «Amare la vita anche quando è piccolissima e indifesa ti porta a scoprire anche la bellezza della tua vita e a vivere nella gratitudine e nel desiderio di fare qualcosa di buono per gli altri. Penso che sia questo il senso della vita. Questa scoperta mi sta aiutando a superare un momento difficile. Volevo mollare tutto e adesso vedo le cose in modo diverso. Ho fiducia». Maria aggiunge: «La vita è un bene prezioso. Spendersi per una causa così grande e bella mi fa sentire viva e forte, penso sinceramente che ne valga la pena». Le fa eco Camilla: «Fare volontariato in un Centro di Aiuto alla Vita allarga gli orizzonti e dona uno sguardo nuovo sul mondo. Credo che spendersi per questa causa sia un buon modo per costruire quella società della verità e dell’amore».
È proprio vero: prima e più che una struttura e un’organizzazione, il Movimento per la Vita è un modo di essere, di vivere, di agire, di pensare e comunicare. Uno stile di vita. L’esistenza di ciascuno di noi è chiamata a essere in movimento per la vita.
Grazie, ragazzi!
* Presidente Movimento per la Vita italiano