Le
famiglie lombarde sono sempre più piccole. Il numero medio di componenti è calato da 2,7 membri nel 1994 al 2,3 nel 2013, mentre
aumentano le coppie senza figli (da 26,6% a 34,5). E
aumentano i nuclei monogenitoriali (dall'11% al
12,8%).
Sono questi, come riferisce una nota del Consiglio
regionale della Lombardia, alcuni dei risultati di una ricerca
che è stata realizzata da Eupolis e che è stata illustrata alle commissioni Bilancio e Sanità del Pirellone, allo scopo "di individuare indicazioni per un welfare che deve rispondere con efficacia al cambiamento sociale".
Secondo il documento, la "vecchia monogenitorialità"
originata dalla vedovanza lascia al giorno d'oggi spazio alla
"nuova monogenitorialità" derivante dalla rottura di un'unione
coniugale "anche in presenza di figli piccoli e dalle nascite al
di fuori del matrimonio". Tra i nuclei, in Lombardia il 12,1 % è
rappresentato da donne, il 2,5% da padri: si tratta, spiega la
nota, "di persone accomunate da una maggiore esposizione al
rischio di caduta in povertà ed esclusione sociale".