martedì 7 gennaio 2025
Alla Mangiagalli di Milano i medici hanno salvato una bimba operandola due volte per asportarle una massa tumorale: una prima volta ancora in utero a 26 settimane, e poi ancora dopo un parto prematuro
Lo storico ingresso della Clinica Mangiagalli di Milano

Lo storico ingresso della Clinica Mangiagalli di Milano

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Un intervento chirurgico delicatissimo ha ridato speranza alla famiglia di una neonata che è stata fatta nascere d’urgenza al Policlinico di Milano. Anna – nome di fantasia – è nata di 28 settimane con un parto cesareo perché aveva un teratoma sacrococcigeo: un tumore raro che si sviluppa alla base del coccige. Una neoplasia benigna, che si verifica in un bambino ogni 35mila. Le cause sono purtroppo ancora sconosciute, ma si sa che la sua caratteristica più pericolosa è quella di crescere velocemente, compromettendo la funzionalità degli organi in fase di sviluppo del feto. Per i genitori di Anna questo ha significato trovarsi di fronte alla proposta di interrompere la gravidanza. Ma loro hanno fatto una scelta di vita. E la vita ha dato loro ragione.

Tutto è iniziato con un’ecografia alla 16esima settimana di gravidanza dall’esito implacabile: una massa cellulare anomala dal volume significativo rischiava di compromettere la vita della bambina nel grembo materno. I genitori, residenti in una provincia del Nordest, sono stati inviati alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, centro di riferimento per le gravidanze difficili e con una grande esperienza per quanto riguarda la cura di questo tumore: in media, vengono trattati circa due-tre casi l’anno. La difficoltà maggiore per i medici è che si trattava nello specifico di una massa tumorale di quasi 600 grammi che continuava a crescere, e che andava eliminata. E così è stato con un delicato intervento eseguito al Policlinico nei mesi scorsi. Alla ventiseiesima settimana, la piccola Anna ha subìto una prima operazione mentre ancora era nell’utero materno: il team della Chirurgia fetale del Policlinico ha spento con tecnologia laser alcuni vasi sanguigni che alimentavano il tumore. Per altre due settimane la piccola è potuta restare nel grembo materno. Poi, alla ventottesima settimana, si è reso necessario il cesareo urgente: Anna pesava 1,6 chili ma di questi quasi 600 grammi erano di tumore che è stato eliminato con un intervento delicatissimo.
L’intervento, durato circa due ore, «è riuscito perfettamente e la rimozione del teratoma non ha comportato danno agli organi urogenitali» ha spiegato Ernesto Leva, chirurgo pediatrico e direttore del Dipartimento dell’area materno-infantile dell’ospedale.

«Su un corpicino così piccolo – ha aggiunto – l’azione chirurgica è finalizzata a rimuovere la massa ma, soprattutto, a preservare le funzionalità degli organi circostanti. Con questa famiglia è come se avessimo stretto un lungo fidanzamento: continueremo a vedere Anna per molto tempo, la pubertà sarà un periodo sensibile ma noi saremo con lei e i suoi genitori».

«Anna cresce bene e, grazie all’assistenza dell’équipe della terapia intensiva Neonatale e alle cure dei suoi genitori, ha superato anche le problematiche della prematurità», ha dichiarato Monica Fumagalli, direttrice della Terapia intensiva neonatale del Policlinico.

«Curare bambini come Anna è possibile solo in grandi centri in grado di seguire le famiglie e i piccoli pazienti dall’età gestazionale fino a 100 anni – ha dichiarato Matteo Stocco, direttore generale del Policlinico di Milano –. Sono le realtà multispecialistiche in grado di mettere in rete le proprie professionalità a dare risposte coraggiose e complesse».

La bambina, fa sapere l’ospedale, è stata dimessa da alcuni giorni dopo esser stata in clinica oltre due mesi dopo la nascita.

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