Nella scia della drammatica sequenza giudiziaria degli ultimi mesi sul diritto alla vita del paziente tetraplegico Vincent Lambert, ricoverato dal 2008 in stato di coscienza minima presso l’Ospedale universitario di Reims, la struttura ha chiesto una riunione con tutti i familiari prevista il 15 luglio. La Corte europea dei diritti umani ha appena respinto la richiesta dei genitori di Vincent che chiedevano una revisione del verdetto con il quale il foro ha avallato il carattere non illegale di un’eventuale decisione medica di arrestare l’idratazione e l’alimentazione del paziente, assicurate con un sondino. Sono stati dunque ignorati gli argomenti dei genitori, per i quali Vincent ha appena dimostrato la capacità d’inghiottire il cibo ricevuto in bocca. In teoria, secondo diversi giuristi, i genitori potrebbero opporsi ancora per via giudiziaria amministrativa a un’eventuale nuova decisione ospedaliera di arresto dell’idratazione. Il verdetto della Corte ha avallato un precedente giudizio del Consiglio di Stato francese, ma nel frattempo è cambiato il medico responsabile di Vincent, nel quadro di un ricambio più generale del personale nel nosocomio. I nuovi responsabili non hanno automaticamente la facoltà di procedere all’arresto dell’idratazione, ma devono prima avviare una nuova procedura collegiale, includendo pure l’entourage familiare.
In proposito, la moglie di Vincent resta favorevole all’arresto dell’idratazione. E il principale argomento in questo senso poggia inoltre su una testimonianza della donna, secondo la quale il marito non avrebbe voluto vivere in condizioni simili. La testimonianza ha convinto medici e giudici, pur restando molto controversa alla luce della versione opposta sostenuta dai genitori di Vincent, così come dagli amici del paziente riuniti nel «Comitato Vincent Lambert». Convocata «in vista di una decisione d’arresto dei trattamenti», la riunione del 15 luglio potrebbe rivelare lo stato d’evoluzione del conflitto familiare, che risente sempre dei tragici frangenti in cui si ruppe di colpo la fiducia anche fra i genitori di Vincent e i responsabili dell’ospedale: dopo una procedura collegiale medica, questi ultimi si limitarono a ottenere l’assenso della moglie di Vincent, staccando il sondino senza avvisare nessun altro familiare.Quel gesto risuona ancora come un tradimento nella coscienza dei familiari ed amici che difendono il diritto alla vita di Vincent, ricordando di continuo che quest’ultimo «non è affatto in fin di vita». Tutti intendono battersi per ottenere il ricovero di Vincent in una struttura specializzata dove riceverebbe delle cure utili come quelle di fisioterapia, non prodigate più a Reims, suscitando il biasimo di una parte della comunità medica che denuncia le pratiche del nosocomio.