«Il diritto di morire può diventare un dovere di morire. Dimenticarci di Dio denigra la nostra umanità. I problemi sollevati dalla nuova legislazione, che legalizza il suicidio assistito, arrivano al cuore della nostra umanità, di come ci pensiamo e immaginiamo la nostra vita». È con queste parole, contenute in una lettera pastorale letta nelle chiese della sua arcidiocesi di Westminster il 12 e 13 ottobre, che il cardinale Vincent Nichols, primate di Inghilterra e Galles, ha invitato i fedeli a impegnarsi nella battaglia contro la cosiddetta “legge Leadbeater”. È il nome della deputata laburista che, il 16 ottobre, propone al Parlamento britannico un progetto di legge pensato per dare il via libera al suicidio assistito.
Esiste una vera possibilità che la Camera dei Comuni dica sì alla nuova normativa, che ha il sostegno del premier Keir Starmer e di deputati sia laburisti che conservatori. Nella sua lettera l’arcivescovo di Westminster avverte che esiste il rischio che, con la nuova legislazione, molti adulti vulnerabili e disabili si sentano sotto pressione per morire. «Il cambiamento radicale, introdotto dalla nuova legge – si legge nel messaggio–, rischia di comportare, per medici e infermieri, un lento cambiamento dal dovere di prendersi cura di qualcuno al dovere di uccidere quella stessa persona. Sappiamo con certezza che, in ogni Paese dove una legislazione simile è stata approvata, suicidio assistito ed eutanasia sono sempre più diffusi e accettati».