Il Papa saluta la delegazione dei politici francesi con le loro famiglie - Foto Vatican Media
È necessario «accompagnare la vita al suo termine naturale attraverso uno sviluppo più ampio delle cure palliative». L’ha detto il Papa ricevendo in Vaticano un gruppo di parlamentari dal Sud della Francia. «Come sapete – ha aggiungo – le persone alla fine della vita hanno bisogno di essere sostenute da assistenti che siano fedeli alla loro vocazione, che è quella di fornire assistenza e sollievo pur non potendo sempre guarire. Le parole non sempre servono, ma prendere per mano un ammalato, prendere per mano, questo fa tanto bene e non solo all’ammalato, anche a noi».
Parole che entrano nel dibattito in corso ormai da tempo in Francia, dove è sempre più vicina la prospettiva di un'assai discussa legge che potrebbe aprire le porte al suicidio assistito, uno dei punti fermi dell’agenda biopolitica del presidente Macron: dopo il solenne inserimento nella Costituzione della libertà di abortire, il capo dello Stato intendeva infatti passare alla legalizzazione della morte a richiesta, intento fermato solo dalla crisi politica e dallo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Rinnovata la camera bassa di Parigi, con equilibri ora più precari ma con forze politiche che sui temi etici tendono a schierarsi a favore dell’assoluta libertà individuale a prescindere dall’ispirazione ideale (come si è visto in materia di aborto), il tema delle scelte di fine vita sta per tornare nel calendario del Parlamento di Parigi. L’Assemblea nazionale infatti inizierà il 27 gennaio l’esame del provvedimento che potrebbe portare la Francia a legalizzare una forma di “eutanasia di Stato”. In questa cornice vanno lette le parole del Papa a un uditorio di politici d’Oltralpe ai quali ha espresso la speranza che «anche con il vostro contributo il dibattito sulla questione essenziale della fine della vita possa essere condotto nella verità».
Ricordando la sua visita a Marsiglia nel settembre 2023, il Papa ha invitato i parlamentari della regione che l’aveva accolto a far sì che la loro terra sia «un luogo in cui Paesi e realtà diverse si incontrano sulla base dell’umanità che tutti condividiamo e non di ideologie che separano la gente, che separano il Paese».
Francesco ha anche sottolineato «l’urgenza di offrire ai giovani un’educazione che li orienti verso i bisogni degli altri e sappia incentivare il senso dell’impegno. Il giovane in crescita necessita di un ideale, perché è fondamentalmente generoso e aperto alle domande esistenziali. Sbaglia chi pensa che i giovani non aspirino ad altro che stare sul divano o sui social!». Secondo il Papa è necessario «coinvolgere i giovani, coinvolgerli nel mondo reale, in una visita ad anziani o a persone disabili, una visita a poveri o migranti: questo li apre alla gioia dell’accoglienza e del dono, offrendo un po’ di conforto a persone rese invisibili da un muro di indifferenza. È curioso come l’indifferenza uccide la sensibilità umana!».
Altro tema toccato dal Papa, e sempre caldo in Francia, è quello della laicità: «Pur essendo distinte – ha fatto notare il Santo Padre –, politica e religione hanno interessi comuni e condivisi, e a diverso titolo siamo tutti consapevoli del ruolo che dobbiamo svolgere per il bene comune. La Chiesa desidera risvegliare le forze spirituali che rendono feconda l’intera vita sociale (cfr. enciclica Fratelli tutti, 276), e voi potete contare sul suo aiuto».