L'Aula del Senato
Al Senato si sono concluse martedì 26 novembre davanti alle commissioni Giustizia e Affari sociali le audizioni sul disegno di legge sul fine vita. L'esame del provvedimento – in prima lettura – non è ancora partito. Di conseguenza l'approdo in Aula, fissato una prima volta a metà settembre e poi aggiornato a fine novembre, slitterà ancora. Complice l'alto numero di audizioni (una novantina, chieste per lo più dal centrodestra), finora l'iter della legge sul suicidio medicalmente assistito è andato avanti lentamente. Una procedura, peraltro, indispensabile vista la materia e alla ricerca di un punto di incontro tra posizioni distanti sul piano sia dei princìpi sia delle soluzioni legislative. La prossima settimana potrebbe iniziare la discussione generale sempre in Commissione. Il primo passo è la definizione del testo base unificato, visto che sul tavolo convivono cinque disegni di legge: due del Pd, a prima firma di Alfredo Bazoli e Dario Perrini; uno del M5s di Elisa Pirro; uno del capogruppo di Avs, Peppe De Cristofaro; e uno di
FI presentato da Adriano Paroli. A settembre, dopo il primo rinvio e per evitare che il ddl restasse parcheggiato nelle due commissioni senza una data nel calendario dei lavori d'Aula, l'inizio dell'esame fu spostato a novembre, ammesso che fosse pronto per l'emiciclo. Ora, se non verrà indicata una nuova data, probabilmente si aspetterà che l'iter prosegua e venga completato, tra discussione, emendamenti e voto finale delle commissioni, sempre alla ricerca di una soluzione condivisa. Una legge così importante – stiamo parlando che nell’ordinamento italiano venga introdotta per la prima volta la possibilità che, seppure a ben delimitate condizioni, sia lecito aiutare a morire una persona che ne faccia richiesta◘– richiede che il Parlamento converga su una formulazione coerente con i principi generali dell’ordinamento e della Costituzione, tra i quali, come ha detto la Corte costituzione, il diritto alla vita occupa una posizione «apicale».