venerdì 26 giugno 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
Nessuna educazione al gender nelle scuole italiane. A rassicurare le famiglie, ci ha pensato ieri lo stesso ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini che, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha incontrato il presidente del gruppo di Area popolare al Senato, Renato Schifani e una delegazione di parlamentari che hanno partecipato al Family Day di sabato scorso a Roma, guidata dal coordinatore di Ncd, Gaetano Quagliarello. Il vertice ha riguardato la norma contenuta nel maxiemedamento sulla scuola proposto dal governo, che introduce attività formative extracurricolari per contrastare «la violenza e le discriminazioni di genere». Espressione che aveva suscitato l’allarme dei genitori, per una possibile apertura all’introduzione nelle scuole della teoria del gender.  Ipotesi categoricamente esclusa dal ministro Giannini, che, riferisce Quagliariello, ha «dissipato ogni possibile confusione che avrebbe potuto essere ingenerata da ambiguità lessicali rilevate nel maxiemendamento».  Inoltre, sottolinea il coordinatore Ncd, «è stata ribadita la tassatività del principio del consenso informato da parte delle famiglie», che saranno quindi coinvolte a pieno titolo nella programmazione delle attività. Vista l’impossibilità di modificare il testo approvato ieri dal Senato, il ministro dell’Istruzione si è inoltre «impegnata a ribadire, anche attraverso atti amministrativi di competenza del suo dicastero – ricorda Quagliariello – la cogenza di tali prescrizioni».  Le parole del ministro, però, non hanno convinto tutti. Di «buco nero nel patto tra scuola e famiglia», parla La Manif pour tous, tra le associazioni promotrici del Family Day di sabato. «La promessa del governo di rinforzare procedure per il consenso informato dei genitori circa queste attività – dice il portavoce Filippo Savarese – non appare in grado di bilanciare l’enorme danno subito dall’intero sistema scolastico, che mette ancor più le famiglie in posizione difensiva nella già difficile battaglia per il diritto di educare liberamente i propri figli».  Preoccupazione è stata espressa in Senato anche da Lucio Malan (Forza Italia), secondo cui «il pericolo gender attecchisce nella scuola» e dal gruppo della Lega, che ha protestato vivacemente.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: