martedì 21 aprile 2015
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Le famiglie adottive lanciano l’allarme sul rischio che la nuova normativa a tutela del diritto alle origini vanifichi la richiesta di segretezza del parto. L’associazione nazionale famiglie adottanti e affidatarie ha elaborato una petizione, sottoscritta da giuristi, associazioni, esponenti politici e psicoterapeuti per chiedere al Parlamento di modificare l’attuale formulazione del testo base della normativa in discussione al diritto alle origini. «Lo Stato non può tradire un impegno preso con le madri biologiche al momento del parto», dice Frida Tonizzo, dell’Anfaa, componente della delegazione ricevuta in Commissione.Il bambino adottato fa però i conti con la ferita dell’abbandono...In questi casi bisogna spiegare che non è corretto parlare di abbandono, ma di un affidamento amorevole e responsabile alle istituzioni di una vita che altrimenti – venendo meno questo accordo fiduciario – rischierebbe di non nascere, o rischierebbe realmente l’abbandono brutale, come già avviene ora, in taluni casi drammatici che conosciamo bene. Questa previsione avendo effetto retroattivo, violerebbe inoltre il diritto all’anonimato che era stato loro assicurato. Stiamo parlando, dal 1950 ad oggi, di ben 90mila casi, ricordo.Quali sono i rischi?Il rischio è che andare a ricercare a distanza di decenni queste donne potrebbe metterebbe in pericolo la serenità della vita che, sicure della segretezza loro garantita, si sono costruite nel corso degli anni, con gravi ripercussioni anche sui loro familiari, spesso ignari.Il comma 7 bis dell’articolo 1 del testo base impone l’uso della riservatezza, in queste ricerche.Ma, chiedo, quale riservatezza può assicurare una procedura che prevede che il Tribunale, su richiesta dei nati non riconosciuti alla nascita, operi «senza formalità»?C’è un’altra petizione cha tutela il giusto diritto del figlio di conoscere le sue origini. E comunque la Consulta fa obbligo di garantire il diritto.La Consulta chiede di non considerare irreversivile questo diritto al segreto, verificando la «perdurante attualità della scelta», ma indica anche l’esigenza di contemperare i diritti costituzionalmente garantiti della madre biologica e del figlio adottivo. Noi riteniamo che si debba offrire alla madre la possibilità di rinunciare in ogni momento, facilitando il più possibile questa sua comunicazione. Ma si deve trattare di una sua iniziativa.Questo per il pregresso. Ma per il futuro?Per il futuro è più che prevedibile che queste gestanti, vedendo di fatto annullata questa opportunità di partorire in segreto, faranno aumentare infanticidi, abbandoni e anche aborti. Un rischio che si sta sottovalutando.
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