Il tentativo fatto in Cina di modificare un embrione manipolando il suo Dna è un esempio di «ricerca criminale» Lo afferma il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e membro del Comitato nazionale per la bioetica. «Se dovessi etichettare l'esperimento userei il termine ricerca criminale – afferma –: c'è un abbassamento del livello di eticità allarmante, manca il minimo rispetto dovuto comunque a una vita potenziale. Nessun comitato etico potrebbe accettare una ricerca che mette le mani su un embrione o su un feto, anche se fosse per guarire una malattia». I ricercatori di tutto il mondo, ricorda Dallapiccola, stanno dibattendo molto sull'opportunità di utilizzare la nuova tecnica della di «editing genetico». «Uno dei problemi principali – sottolinea il genetista – è che i cambiamenti apportati sono poi trasmessi anche alle generazioni successive, con effetti sconosciuti. Non meraviglia che le riviste principali abbiano rifiutato questo articolo per motivi etici. I veri scienziati sanno che questa storia che tutto si può fare non va bene, e sono i primi a imporsi dei limiti».
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