Tre funzionari della contea di Zhenping, nella Cina settentrionale, sono stati sospesi in relazione al caso di un aborto forzato emerso nei giorni scorsi.Una donna di 27 anni, Feng Jiamei, ha denunciato di essere stata costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza perché non era stata in grado di pagare la multa per il secondo figlio impostale dalle autorità locali, che ammontava a circa cinquemila euro.Familiari della donna e attivisti per i diritti umani hanno diffuso su internet fotografie di Feng e del feto abortito,suscitando un'ondata di indignazione nell'opinione pubblica cinese.In un comunicato, il governo locale si è scusato con la donna "per le sofferenze che le sono state causate" e ha annunciato l'apertura di un'inchiesta sull'accaduto. I tre funzionari sospesi sono tra i responsabili dellapianificazione delle nascite nella contea.Una legge in vigore da oltre 30 anni impone alle coppie cinesi urbane di non avere più di figlio, pena il pagamento di multe estremamente salate. Alle contee vengono assegnate delle quote di nascite annuali da non superare. Il rispetto delle quote è uno dei criteri in base ai quali si decidono le carriere dei funzionari locali.Nel comunicato, diffuso nella tarda serata di ieri, il governo di Zhenping afferma che la vicenda costituisce "una grave violazione" della legge e si impegna ad impedire che abortiscano donne negli ultimi mesi della gravidanza.