mercoledì 21 febbraio 2024
Come funziona il modello creato da «Cra aperta», la realtà per l'accoglienza degli anziani della parrocchia di San Severino, punto di riferimento per due quartieri della città. E per tante famiglie
Anziani seguiti a casa come nella struttura. Diocesi, Comune e Ateneo alleati
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Un progetto «polifonico» che parte da una struttura e si estende a servizio di tutti gli anziani sul territorio: si può definire così «Cra aperta», il progetto portato avanti dalla Casa di residenza per anziani (Cra) «Santa Maria delle Grazie» della parrocchia di San Severino a Bologna, con il contributo anche economico della Chiesa di Bologna e quello organizzativo e professionale del Comune di Bologna, dell’Azienda Usl e dell’Università di Bologna. Una proposta innovativa, che porta sul territorio, a favore delle persone anziane, gli stessi servizi che vengono forniti ai residenti nella Cra.

«L’idea è nata dal direttore Antonio Curti e da alcuni professionisti e dirigenti del Servizi sociali e sanitari di Comune e Ausl – spiega Teresa Marzocchi, del cda del “Santa Maria delle Grazie” – e attualmente sta coinvolgendo 12 anziani (ma quelli contattati sono molti di più) nel territorio dei quartieri Savena e Santo Stefano di Bologna e in quello, in parte coincidente, della Zona pastorale Mazzini. A queste persone, tutte non autosufficienti e a casa, vengono forniti i servizi che potrebbero avere nella Cra, attraverso personale in parte della nostra Casa e in parte dei Servizi sociali del Comune e dell’Ausl Bologna. All’Università è affidato il compito di esaminare l’evolversi del progetto e di costruire, sulla base dell’esperienza, un modello di collaborazione e co-azione che possa fare da esempio per altre Cra e altri ambiti territoriali».

Il progetto è stato presentato nella sede della Cra «Santa Maria delle Grazie» alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, dei vertici dell’Ausl Bologna, dell’assessore al Welfare del Comune e di rappresentanti dell’Università.

«Questa iniziativa è un valore aggiunto per una Casa di residenza anziani che così, in un certo senso, diventa missionaria – ha affermato don Massimo Ruggiano, vicario episcopale per la Carità –. L’iniziativa infatti riguarda il quartiere ma anche la Zona pastorale, e credo che uno dei fini sia favorire la diminuzione dell’individualismo, facendo risultare la cura più collettiva. Diverse esperienze passate, soprattutto ai tempi della pandemia, ci hanno permesso di attrezzarci in modo che i bisogni delle persone si incrocino con le risorse presenti nel territorio e nelle istituzioni».

Don Ruggiano si riferisce anche all’iniziativa «Al tuo fianco», nata dalla stessa Cra, che attraverso un folto gruppo di volontari porta sostegno a tanti anziani, residenti e non, organizzando anche momenti di svago e di socialità.

«Trovo “Cra aperta” un’ottima iniziativa – ha commentato il cardinale Zuppi –, va verso la giusta direzione, cioè favorire l’assistenza domiciliare e creare una rete capace di proteggere la fragilità delle persone a casa loro. Il che vuol dire migliorare la loro qualità della vita. Per poter portare a termine l’iniziativa è però necessario un forte impegno, sia da parte della Chiesa, sia di tutte le istituzioni coinvolte».


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