giovedì 5 novembre 2015
​La sonda si tufferà su 67P/Churyumov-Gerasimenko raggiungendo il lander Philae
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​La missione della sonda Rosetta verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è cominciata un anno fa e gli scienziati dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che l’hanno resa possibile stanno già programmando il gran finale:  di tempo ce n’è ancora parecchio, ma tutto dovrà essere pronto – e perfettamente funzionante – per il tuffo conclusivo della sonda sulla cometa, dove già si trova il lander Philae. Più l’impatto sarà morbido, meglio gli strumenti di Rosetta saranno in grado di funzionare e raccogliere dati  straordinari. L’atterraggio è previsto per il settembre 2016: l’ipotesi è far avvicinare la sonda alla cometa lentamente, con un volo a spirale per poi avviarla su orbite sempre più ravvicinate, fino all’atterraggio. Progettata per funzionare in orbita, Rosetta quando sarà sulla cometa non riuscirà più a orientare l'antenna per comunicare con la Terra e neanche i pannelli solari verso il Sole. Lanciata nel 2004, Rosetta ha raggiunto 67P/Churyumov-Gerasimenko 10 anni dopo e nel novembre 2014 ha liberato il lander Philae che è atterrato sulla superficie della cometa ma in un luogo diverso da quello previsto e in una zona poco illuminata. Così è entrato in ibernazione dopo pochi giorni dall'atterraggio, per riprendere i contatti con la sonda da giugno a luglio scorsi. Al contrario, Rosetta è stata sempre in attività ma il suo lavoro non potrà andare avanti per molto. I finanziamenti finiranno nel settembre 2016 e da quel momento la cometa sarà diretta verso le regioni esterne del Sistema Solare, dove la sonda riceverà troppa poca luce per funzionare. «Si pensava di ibernare la sonda mentre la cometa si allontanava dal Sole per poi risvegliarla quando si sarebbe riavvicinata tra 4 o 5 anni – spiega il direttore di volo di Rosetta, Andrea Accomazzo - ma il freddo dello spazio profondo potrebbe danneggiare la sonda». L'impatto sulla cometa e il ricongiungimento con Philae sono il finale più probabile.
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