martedì 24 febbraio 2015
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Il vizio del mezzogiorno? Non è la gola, come si potrebbe pensare, ma l’accidia, ovvero la “noncuranza”, la mancanza totale di voglia di fare il bene e curare l’anima. Evagrio Pontico definì “demone meridiano” la tentazione di lasciarsi andare al settimo e ultimo di quelli che la Chiesa chiama vizi capitali. Certo, questo monaco e pensatore cristiano del quarto secolo pensava in modo particolare alla situazione degli eremiti, che a quel tempo erano più diffusi in Oriente, nelle terre più calde: lì la calura di mezzogiorno, soprattutto nel deserto dove si ritiravano molti monaci, metteva a dura prova la volontà di questi religiosi, per i quali la cura delle cose spirituali era tutto, specialmente attraverso la preghiera continua. Eppure quest’immagine vale anche per noi oggi: saper coltivare l’anima e le cose che fanno bene allo spirito nel tempo attuale è un’attività messa a dura a prova dall’aridità che ci circonda. Non si tratta, ovviamente, della condizione climatica ma della cultura e della sensibilità comune, che non facilitano la voglia di “fare del bene”. Davanti a moltissime cose facili da ottenere e a portata di mano per tutti, gli sforzi richiesti per essere persone ricche nello spirito possono suscitare la domanda più ovvia: chi me lo fa fare? E allora è sempre più facile cadere in questa “pigrizia spirituale”, l’accidia appunto, che però a lungo andare allontana da Dio e da una vita piena. Questo può portare a una tristezza interiore che ci fa dimenticare la bellezza di tutto quello che ci circonda e che ci è donato giorno dopo giorno. Ecco perché, allora, il vizio dell’accidia alle volte è stato associato alla depressione che, forse non a caso, è una malattia non così rara nel nostro tempo. Per superare questi rischi e vincere il settimo vizio, in definitiva, ciò che ci è richiesto è il coraggio, cioè la forza di darsi da fare per affrontare la vita con tutte le sue fatiche. Così come ci vuole il coraggio di andare controcorrente in un mondo che tenta di farci credere che le cose facili siano le più soddisfacenti. Questo viaggio nei sette vizi capitali ci ha fatto capire che dietro alle scelte più impegnative spesso si nasconde l’autentica bellezza della nostra esistenza. Ce lo insegna ogni giorno papa Francesco e nei prossimi appuntamenti scopriremo proprio quelli che lui considera i peggiori vizi di oggi
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