giovedì 24 settembre 2015
​I diritti sulla canzone fruttano alla casa discografica oltre due milioni di dollari l'anno
COMMENTA E CONDIVIDI

​Non esiste compleanno senza Happy Birthday, intonata ogni giorno da chissà quante persone per augurare “Buon compleanno!”. Fino a oggi, i diritti sul testo e sulla musica - una cifra che si versa al titolare di un brevetto o di una proprietà intellettuale per poterli utilizzare - hanno fruttato alla Warner Chappell Music (che ne è titolare) ben due milioni di dollari l'anno. In pratica, chiunque volesse usare la canzone - in un film, in un concerto, in uno spettacolo pubblico, trasmetterla alla radio o alla televisione - doveva versare una quota più o meno elevata.

Da oggi non è più così: il giudice federale di Los Angeles, negli Stati Uniti, ha sentenziato che “Happy Birthday” è di tutti e che il copyright della Warner non è valido. Per capire il perché della sua decisione bisogna tornare al 1935, quando Patty Hill - una delle sorelle che la composero - cedette i diritti sulla canzone alla Clayton F. Summy & Co, un'azienda discografica che, qualche anno più tardi, venne comperata dalla Warner. Secondo il giudice, l'accordo garantiva alla Clayton solo i diritti su alcuni arrangiamenti della canzone, non sui testi. E se la Clayton non ha mai acquisito quei diritti, non li ha neppure la Warner.

Happy Birthday è stata composta nel 1893 dalle sorelle Mildred e Patti Hill, entrambe maestre d'asilo, originarie del Kentucky. Inizialmente si intitolava “Good Morning To All”: le sorelle Hill la facevano intonare ai bambini per dare il benvenuto alla nuova giornata.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: