​Alla Fiera del libro di Francoforte (anzi, alla Buchmesse, come si chiama da queste parti: in tedesco libro si dice Buch e fiera Messe) c'è uno stand che non passa inosservato, se non altro per il nome: Atlantyca, con la y. È un'azienda italiana, anche se fino all'anno scorso la si trovava nella zona della Fiera riservata ai grandi editori di lingua inglese. E negli Stati Uniti, del resto, i personaggi di Atlantyca sono molto amati e conosciuti, proprio come nei Paesi asiatici e in tante altre parti del mondo. Possibile che qui da noi non se ne sappia niente? Invece no, anche in Italia ne sappiamo parecchio. Vi dice niente, per esempio, il topo giornalista Geronimo Stilton? E sua sorella Tea, instancabile giramondo? Sono i personaggi più famosi tra i molti inventati dagli autori di Atlantyca. Che non è esattamente una casa editrice, ma qualcosa che assomiglia a una società di produzione cinematografica o televisiva: si individua il protagonista, si immagina una serie di avventure per lui e per i suoi amici, si sta attenti a non fare confusione tra una puntata e l'altra (o, meglio, tra un libro e l'altro). I numeri del successo di Atlantyca sono impressionanti. La saga degli Stilton – nata nel 2000 dalla fantasia di Elisabetta Dami – ha venduto 180 milioni di copie in tutto il mondo e ancora oggi la media delle copie diffuse ogni anno supera i 20 milioni.Tra poco, spiega il presidente Pietro Marietti, Geronimo e Tea dovrebbero sbarcare anche in Giappone, territorio molto difficile per la narrativa illustrata. Ai giapponesi infatti piacciono molto i cosiddetti manga, ma non sempre è possibile ridisegnare da capo i personaggi. Quelli di Atlantyca sono riusciti a convincere gli editori del Sol Levante che anche un topo può avere gli occhi a mandorla e così lo sbarco a Tokyo si avvicina sempre di più. «Ma per noi l'appuntamento più importante è quello del 2015 – confida Marietti – quando i ragazzi e le ragazze cresciuti con Geronimo Stilton diventeranno mamma e papà e faranno leggere i nostri libri ai loro figli».