giovedì 12 marzo 2015
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​​Mai e poi mai mi sarei aspettato di scoprire che, oltre agli anelli di fumo che avevo visto fare nei film da qualche bullo con la sigaretta in bocca, si potessero fare anche anelli d’aria sott’acqua. E invece una volta ho scoperto che i delfini, le orche e altri animali marini si divertono a soffiare dai loro sfiatatoi bollicine che subito si trasformano in bolle a forma di ciambella: anelli d’aria che sott’acqua prendono anche qualche riflesso argentato. Ho visto anche dei subacquei che hanno imparato a imitare i delfini: si tuffano in piscina, si stendono sul fondo a pancia in su e riescono con un soffio breve e intenso a far uscire anelli d’aria dalle labbra aperte appena un po’. Poi l’anello piano piano sale verso la superficie allargandosi sempre più e infine si frantuma in tante strisce d’aria e bollicine. Un tizio americano che non aveva voglia di tuffarsi ha inventato un sistema per fare queste bolle soffiando aria con una pompa da bicicletta che attraverso un tubo è collegata a una scatola trasparente immersa in un acquario. È una scatola con un piccolo foro sul coperchio, con la pompa si riempie d’aria la scatola finché dal forellino con un colpo secco esce l’anello d’aria. È un congegno un po’ complicato da costruire e per fortuna, in questa ricerca, ho imparato anche modi più semplici per fare anelli in acqua senza usare aria, ma riuscire a ricostruire quella scatola trasparente è un’idea che ancora mi frulla in testa. Per fare anelli ho scoperto un modo tanto sorprendente per quanto semplice: serve un contagocce che potete comprare in farmacia o riciclare dal tappo di qualche bottiglietta che avete in casa. Poi vi serve dell’aceto balsamico utile perché ha la densità giusta e il colore che vi permetterà di osservare ciò che sta accadendo e, infine, vi serve una caraffa piena d’acqua. Riempite il contagocce con un po’ di aceto balsamico poi fate cadere una goccia di aceto nell’acqua della caraffa. Ci vorrà un po’ di allenamento perché la goccia deve tuffarsi in acqua dall’altezza giusta in modo che nell’impatto brusco con l’acqua possa bucarsi ripegandosi su se stessa trasformandosi così in un anello di aceto. Quando ci avrete preso la mano vedrete che poco dopo che la goccia è entrata in acqua compare l’anello che scende verso il basso e piano piano si allarga diventando sempre più sottile finché non si rompe formando tante strisce di aceto che a volte continuano a contorcersi formando dei vortici. Fumo, aria, aceto, chi sa chi altro farà parte di questa grade famiglia di anelli? Se riuscirete a scoprire quali caratteristiche hanno in comune magari il prossimo anello lo inventate voi.
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