Papa Francesco - Osservatore Romano
Una telefonata di papa Francesco giunta del tutto inaspettata lunedì sera. A riceverla è Irene M., una giovane operatrice sanitaria del dipartimento di prevenzione dell’Aerea Vasta 1.
Si tratta della provincia di Pesaro e Urbino, focolaio più grande di tutto il Centro Italia. Nelle scorse settimane Irene aveva inviato una lettera al Pontefice chiedendogli la preghiera per una coppia di trentenni affetta da Covid-19. I due si sarebbero dovuti sposare in questo mese di giugno, ma a fine aprile lui era talmente grave da dover essere intubato.
«Nel mio lavoro – spiega Irene – mi occupo dell’indagine epidemiologica e avevo ricevuto una mail da questa coppia che non conoscevo ma che ho subito sentito vicina, e così ho chiesto al dottor Paolo Marchionni, dell’associazione Scienza&Vita, se poteva far arrivare la mia richiesta di aiuto al Papa».
La missiva parte verso Santa Marta mentre Irene continua la sua personale preghiera coinvolgendo anche alcuni preti di Pesaro. «Infatti sempre per lavoro – prosegue – stavo seguendo il 'contact tracing' dei sacerdoti anziani della Casa del Clero e così ho subito approfittato per chiedere anche il loro sostegno». Oggi il futuro sposo è ancora in ospedale ma il quadro clinico è in deciso miglioramento. Francesco ha promesso che li chiamerà personalmente appena sarà possibile. «Il Papa mi ha detto che noi tutti sanitari siamo eroi – conclude – ma io mi sento solo una piccola ape operaia. Per questo mi sono permessa di chiedergli di pregare anche per scongiurare una seconda ondata del virus».