lunedì 14 giugno 2021
Francesco ricorda che Dio opera nelle piccole cose e esorta quindi a avere fiducia in Lui. Di fronte alla “crisi della fede” e al fallimento di progetti, “anche nella Chiesa può attecchire la zizzania
Il Papa ricorda l'emergenza del Tigray e il naufragio nel Canale del 2015
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Non lasciarsi paralizzare dalla sfiducia, nel vedere in tante situazioni della vita “la debolezza del bene rispetto alla forza apparente del male” o quando constatiamo che nonostante l’impegno, “i risultati non arrivano e le cose sembrano non cambiare mai”. Il cuore dell’esortazione che stamani il Papa rivolge all’Angelus è di avere fiducia in Dio, che opera come “un piccolo seme buono”, e da parte nostra seminare il bene, che “lentamente porta frutto”. Due attitudini fondamentali anche per uscire bene dalla pandemia.

Francesco inizia la sua riflessione a partire dalle due Parabole del Vangelo di questa domenica. Gesù, che parlava con immagini della vita quotidiana, paragona il Regno di Dio, “la sua presenza che abita il cuore delle cose e del mondo”, al granello di senape, cioè al seme più piccolo che ci sia: eppure, gettato in terra, esso cresce fino a diventare un albero rigoglioso, che dà ristoro a tutti. Questo è il modo in cui Dio agisce, spiega il Papa. A volte, però, nota, “il frastuono del mondo” e le tante attività quotidiane impediscono di scorgere in quale modo il Signore conduce la storia. «Anche il seme delle nostre opere buone può sembrare poca cosa; eppure, tutto ciò che è buono, appartiene a Dio e dunque umilmente, lentamente porta frutto. Il bene – ricordiamolo – cresce sempre in modo umile, in modo nascosto, spesso invisibile»

Serve, dunque, “uno sguardo nuovo” su noi stessi e sulla realtà per vedere oltre le apparenze e scoprire “la presenza di Dio che come amore umile è sempre all’opera nel terreno della nostra vita e in quello della storia

Il Papa avverte che “anche nella Chiesa può attecchire la zizzania della sfiducia, soprattutto - dice - quando assistiamo alla crisi della fede e al fallimento di vari progetti e iniziative”.

Ma non dimentichiamo mai che i risultati della semina non dipendono dalle nostre capacità: dipendono dall’azione di Dio. A noi sta seminare, e seminare con amore, con impegno, e con pazienza. Ma la forza del seme è divina.

Quindi, anche le cose di ogni giorno, “quelle che a volte sembrano tutte uguali e che portiamo avanti con distrazione o fatica, sono abitate dalla presenza nascosta di Dio, cioè hanno un significato”. Servono, rimarca, “occhi attenti”, per saper “cercare e trovare Dio in tutte le cose”, come amava dire Sant’Ignazio di Loyola. E, riprendendo l’altra parabola odierna, quella del contadino che getta il seme e non si rende conto di come porti frutto, perché cresce spontaneamente, sottolinea che “con Dio anche nei terreni più aridi c’è sempre speranza di germogli nuovi”. Maria Santissima, conclude, "ci insegni a vedere la grandezza di Dio che opera nelle piccole cose e a vincere la tentazione dello scoraggiamento, fidiamoci ogni giorno di Lui".

Dopo l'Angelus

Papa Francesco ricorda, dopo la recita dell'Angelus, la popolazione del Tigray, la regione dell’Etiopia che da mesi vive in situazioni di conflittualità e che ora soffre una grave carestia e ricorda anche il naufragio nel Canale di Sicilia del 18 aprile 2015 in cui persero la vita almeno mille persone migranti.


"Sono particolarmente vicino alla popolazione della regione del Tigray, in Etiopia, colpita da una grave crisi umanitaria che espone i più poveri alla carestia. C’è oggi la carestia, c’è la fame lì. Preghiamo insieme affinché cessino immediatamente le violenze, sia garantita a tutti l’assistenza alimentare e sanitaria, e si ripristini al più presto l’armonia sociale. A questo proposito, ringrazio tutti coloro che operano per alleviare le sofferenze della gente. Preghiamo la Madonna per queste intenzioni. Ave Maria…

Ieri è stata celebrata la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile. Non è possibile chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento dei bambini, privati del diritto di giocare, di studiare e di sognare. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i bambini oggi sfruttati per il lavoro sono oltre 150 milioni: una tragedia! 150 milioni: più o meno come tutti gli abitanti della Spagna, insieme alla Francia e insieme all’Italia. Questo succede oggi! Tanti bambini che soffrono questo: sfruttati per il lavoro minorile. Rinnoviamo tutti insieme lo sforzo per eliminare questa schiavitù dei nostri tempi.

Questo pomeriggio si svolgerà ad Augusta, in Sicilia, la cerimonia di accoglienza del relitto della barca naufragata il 18 aprile 2015. Questo simbolo di tante tragedie del Mar Mediterraneo continui a interpellare la coscienza di tutti e favorisca la crescita di un’umanità più solidale, che abbatta il muro dell’indifferenza. Pensiamoci: il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande dell’Europa.

Domani (oggi per chi legge )ricorre la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue. Ringrazio di cuore i volontari e li incoraggio a proseguire la loro opera, testimoniando i valori della generosità e della gratuità. Grazie tante, grazie!

E saluto cordialmente tutti voi, provenienti da Roma, dall’Italia e da altri Paesi; in particolare, i pellegrini giunti in bicicletta da Sedigliano e da Bra, i fedeli di Forlì e quelli di Cagliari.

A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

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