D onna e Chiesa: «Le donne sono meglio degli uomini nelle missioni». Così papa Francesco (“La Stampa” ieri, p. 16). «Dalla mela di Eva alla stregoneria: quei duemila anni di maschilismo» (“Qn-La Nazione”, 13/5, p. 3), denso articolo di Franco Cardini che tuttavia pare dimentichi che il maschilismo domina in (quasi) tutte le culture da ben più di duemila anni e impera fino a oggi anche in quelle moderne non cristiane e anticristiane. Ancora: perentorio e sbrigativo (“Giornale”, pp. 1 e 17: «Ma le suore non saranno mai sacerdotesse») Renato Farina scrive che «Gesù chiamò per nome Maddalena… ma non volle che lo toccasse». Quel «
mè moù àpthou » in realtà non dice “toccare” Gesù, ma probabilmente “trattenerlo” dopo averne abbracciato i piedi. E più avanti lo stesso Farina ricorda che «Teresina di Lisieux capì che non era suo compito» quel sacerdozio che pure aveva tanto desiderato. Lei nel Manoscritto B elenca i suoi «desideri infiniti» – corretti dai primi censori ecclesiastici in «desideri immensi» – e ricorda anche quello del sacerdozio, ma scrive che «imitando San Francesco» vi rinunzia. Segno che proprio quel desiderio era già allora forte e condiviso: ho tra le mani i 5 fogli dell’originale di una lettera di Celina, sorella di Teresa, che il 18/12/1957 scrive che lì, al Carmelo, vedendo il gesuita padre Almire Pichon celebrare così intensamente la Messa loro erano «gelose per non poter diventare sacerdoti ». A ben 60 anni dalla morte di Teresa quella «
jalousie » era ancora forte… Da parte sua il 9 giugno del 1895 «nel Cuore della Chiesa» Teresa si era lasciata immolare dall’Amore Misericordioso con «la fiamma» dello Spirito Santo, la
Ruàh (soffio) divina, in ebraico femminile. Nel 1957 lei già da 32 anni era stata proclamata «Patrona delle Missioni». Anche lì, come dice Francesco, «le donne sono meglio degli uomini».
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