N ell’era del web, dei social media e del trionfo delle realtà virtuali, è sano andare 'a caccia' di eventi fisici capaci (ancora) di rapire gli occhi e le menti, creando emozioni autentiche. Ce ne sono ormai pochissimi, almeno al di fuori del mondo del calcio. Ma il mese di maggio, in Italia, è storicamente dedicato al più importante e nobile di questi eventi: il Giro d’Italia. Giunto alla 99esima edizione, è più vivo che mai. Finalmente il Giro, dopo qualche anno di scelte meno felici, coinvolgerà quasi tutto il territorio nazionale da Nord a Sud: dopo la partenza ufficiale di ieri dall’Olanda, quella 'vera' (martedì prossimo) sarà in Calabria, in quel di Catanzaro, per poi risalire la Penisola e chiudere a Torino il 29 maggio. Rispetto al tipo di percorsi selezionati dall’organizzazione, potremmo definirlo anche un Giro 'democratico' con opportunità di successo offerte a tutti i tipi di ciclisti. Nel tracciato del Giro 2016 c’è tanta salita – dal primo arrivo a Roccaraso (sesta tappa) ai classici momenti della verità come le cime del Pordoi e della Sella, oltre alla mitica Cima Coppi – ma il percorso della grande corsa quest’anno prevede anche numerose gare a cronometro e una discreta quantità di arrivi per velocisti. E perfino, nel giorno di riposo centrale (il 16 maggio), un 'evento speciale' come la pedalata (non agonistica) sul vecchio tracciato appenninico dell’Autostrada del Sole, appena ribattezzato «La Panoramica ». Forse sarà il Giro di Nibali, già splendido vincitore nel 2013. Sicuramente sarà il Giro di un grandissimo numero di città, territori e comunità: tutte quelle che ospitano la partenza o l’arrivo di una tappa, o che comunque sono attraversate dai corridori e dalle telecamere che inquadrano le loro gesta. Perché al di là del fenomeno sportivo, il Giro d’Italia oggi è soprattutto questo: una grande vetrina in mondovisione (il Giro sarà visibile in 184 Paesi del mondo) per la promozione delle bellezze ambientali e culturali di quella provincia italiana che detiene spesso patrimoni di straordinaria qualità, ma sconosciuti ai più. Oltre al racconto del sudore e delle imprese dei ciclisti, va in scena ogni anno la 'narrazione turistica' di un Paese meraviglioso che non riesce a valorizzare appieno la sua unicità nel pianeta. Sembra soltanto lo sfondo del racconto sportivo, ma è il vero primo piano.
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