C'è un giudice, a Milano, per i bambini delle mense scolastiche di Lodi. E meno male. Perché questo vuol semplicemente dire che in Italia gli atti discriminatori vengono ancora e sempre riconosciuti come tali.
Anche se sono ammantati da una cortina fumogena, da una coltre di chiacchiere spigolose e vuote e da una deliberata confusione propagandistica da talk show televisivo o da diretta social. Quest’ordinanza di Tribunale ci conferma che chi usa il proprio potere per compiere scelte sbagliate e persino odiose ne risponde, e non solo perché sa – se davvero è cristiano – che domani lo farà davanti a Dio, ma perché questo gli tocca anche qui e adesso in forza di princìpi che fondano la legalità stessa nel nostro Paese.
C’è un giudice, però, anche se non di Tribunale, pure per i politici che giocano non solo con le parole, ma con la vita di persone in carne e ossa. Pensiamo al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che prova a negare la responsabilità che si è assunto confezionando un decreto sicurezza che produce insicurezza e che traduce in pratica anche la sua offensiva contro i permessi di soggiorno concessi per «protezione umanitaria». Il ministro ieri ha definito un’opinione di «ultrasinistra» la realtà che le cronache continuano a registrare in tutta Italia, e cioè il fatto che in forza delle regole che lui ha voluto e delle prassi che lui ha imposto l’Amministrazione di cui è politicamente responsabile continua a 'scaricare' fuori dal sistema Sprar (destinato, sino a poche settimane fa, all’inclusione di tutti gli immigrati riconosciuti 'rifugiati' o degni di 'protezione') uomini, donne e famiglie anche con bambini in tenerissima età. Se l’è presa con il settimanale "Famiglia Cristiana" e, indirettamente, dietro lo schermo trasparente di una polemica aspra e ciclica contro la stampa che critica il suo operato, con l’arcivescovo Giancarlo Bregantini, noto a tutti sia per la sua serena e forte testimonianza evangelica sia per il suo strenuo impegno a favore della legalità contro ogni mafia e ogni sfruttamento. E nel farlo è tornato a sbandierare presunte 'benedizioni' religiose alle sue scelte politiche. Tutt’altro che un esempio di rispetto per la fede e per la laicità.
Spiace dover ricordare al ministro dell’Interno su cui grava il compito di vigilare sulla libertà e sulla sicurezza di tutti coloro che si trovano nel territorio della Repubblica italiana, che l’umanità non è di destra o di sinistra. Invece di negare una triste evidenza, che da queste colonne gli è stata segnalata con chiarezza sin da domenica 2 dicembre, sarebbe forse il caso di emanare la «circolare interpretativa» di cui si vocifera da giorni e che potrebbe almeno rallentare la fabbrica del dolore e dell’irregolarità che purtroppo con parole e atti ha contribuito in modo decisivo a mettere in piedi in questa lunga vigilia del Natale 2018. Non inveisca e non faccia, lui, la vittima. Apra gli occhi e ascolti la coscienza. Può essere un ottimo giudice.