Caro direttore,
le sequenze di quei bimbi maltrattati, offesi, umiliati, percossi addirittura con i piedi sulla testa, dentro le sacre stanze di quell’asilo nido lombardo, dove tutela e garanzia dei minori sono miseri dettami andati sfrattati, sarebbe fin troppo facile definirle un’infamia. Sarebbe troppo facile seppellirle con una sorta di neanche dissimulato linciaggio morale, sotto espressioni furibonde e amare, pesanti come pietre. Perché è impossibile tergiversare con le parole, cercare un equilibrio degli accenti, tentare di affidarsi a una grammatica attenta: quel maestro, educatore, conduttore, altro non è che uno scarto disumano, peggio ancora, è una cosa disgiunta, un oggetto avariato e non più una persona, uno di quei 'numeri' terribili delle statristiche dell’orrore che non hanno più niente da dire.
Risulterebbe troppo facile far stare dentro rabbia e ira ogni cosa che straripa in cuore e nel cervello, sino alla naturale condanna, anche la più istintiva e dunque meno rispettosa della dignità umana. Troppo facile davvero. Seppur la responsabilità penale sia individuale, in casi come questi è dedizione al Bene comune risciere a non soffermarsi al codicillo, al reato specifico e ben individuato, alla norma e alla legge, perché c’è certamente qualcosa di più e di più corposo da non sottovalutare, come ad esempio la famosa ( e solo apparentemente) domanda-didascalia di popperiana memoria: chi controlla il controllore? Come è possibile che un educatore professionale, non uno sprovveduto e inesperto ragazzetto alle prime armi, ma una persona adulta nella sua età e autorevolezza, accordatagli e riconosciutagli nel suo ruolo sotto agli occhi di tutti, non abbia dato segnale della sua inadegiuatezza?
Della sua fragilità etica e morale, per non parlare della inclinazione a una vera e propria lucida follia. Come può essere accettabile che ci si limiti ad affermare: ora la magistratura verificherà il tutto, stabilirà le eventuali responsabilità, capiremo come sono andate le cose? Come a dire che i filmati, i video, le registrazioni, che hanno fatto schiumare di rabbia persino i ciechi e i muti, non sono sufficienti a scatenare e far provare anche ai più induriti un sentimento di pietà infinita per quei bambini vittime di un orco indecente? Quelle registrazioni così chiare e trasparenti da poter esser 'lette' dal più colpevole dei distratti, non sarebbero materiale sufficiente per provare indignazione, vergogna e anche un po’ di ribrezzo? Pensiamo a quell’insegnante.
Una persona esperta, che sa bene quanto sia ingiusto picchiare un bimbo, che sa bene che quello sarà un comportamento che i bambini adotteranno a loro volta nei confronti di altri bambini e, in futuro, con altre persone, compresi i propri figli. Come può un educatore con tanta esperienza agire in modo così violento e diseducativo e non comprendere che le punizioni corporali tolgono valore a qualsiasi buon esempio. Le telecamere sono state introdotte negli asili soltanto in una regione, la Lombardia? Io dico: per ora, altre devono seguire. E aggiungo: sbrighiamoci.