Un bel dì vedremo... l’opera lirica per tutti. E quel giorno è arrivato, mettendo a segno un risultato a suo modo storico. Madama Butterfly, capolavoro di Giacomo Puccini che ha inaugurato la stagione della Scala di Milano, proposta mercoledì da Rai1, ha ottenuto il miglior risultato di ascolti per l’opera in tv.
La diretta di tre ore, iniziata alle 17.45, ha catturato 2 milioni 644 mila spettatori e il 13,48% di share, con picchi d’ascolto che hanno superato i 3 milioni e 500 mila telespettatori. Con la prima scaligera dell’anno scorso, in diretta su Rai5, non c’è paragone: Giovanna D’Arco di Verdi era stata vista in media da 316mila persone con uno share dell’1,60%. Insomma, decidere di posizionare un prodotto di cultura 'alta' nel cosiddetto preserale dell’ammiraglia Rai e non nella pur preziosa nicchia di un canale culturale ha pagato. Con il coraggio di rinunciare a qualche punto di share in quella redditizia fascia oraria, in cui solitamente la fanno da padroni i quiz. «La cultura è patrimonio di tutti gli italiani e il servizio pubblico ha la missione di promuoverne la diffusione», ha detto soddisfatto il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, ricordando di aver quadruplicato il record di ascolti per la lirica della Traviata del 2013, diretta da Barenboim che (però su Rai5) fu vista da 650mila persone.
Orgoglioso di avere riportato la prima scaligera su Rai1 dopo 40 anni: era il 1976 e ci si appassionava con l’Otello di Verdi. Da allora la nostra società è cambiata ed anche il pubblico televisivo, frammentato su mille canali oltreché sul web. Ma una corazzata come la Rai può ancora catalizzare un ampio pubblico di tutte le età sui grandi eventi. Ed è significativo che dodici milioni e mezzo di persone abbiano seguito l’opera in media per 40 minuti. Ovviamente aiuta il fatto che si sia trattato di Madama Butterfly, tra le più amate e popolari. Ma in questo caso si può parlare di un 'nazionalpopolare' 2.0, considerando che l’opera, oltre che in alta definizione su Rai1 Hd, andava anche in streaming online.
E non ha torto Campo Dall’Orto a sottolineare che tutto ciò sia «il segno che abbiamo innescato un momento di condivisione intorno a un prodotto culturale di grande rilievo». Di qui forse si può ripartire con maggior coraggio nel proporre cultura sui canali principali del servizio pubblico, anche in orari non da nottambuli. Cultura, come ha mostrato la Butterfly, non significa necessariamente erudizione specialistica né austerità noiosa. Forse questa è stata ancora la principale preoccupazione nell’organizzare la diretta dalla Scala. Se da una parte la regia televisiva di Patrizia Carmine ha convinto, con intensi primi piani e la sottolineatura puntuale degli snodi del dramma pucciniano, quello che ha lasciato a desiderare è stato il contorno.
L’aspetto più criticato è stato avere brutalmente tagliato gli applausi finali dopo un paio di minuti, spezzando l’emozione e quel magico rito di misurare la durata del battimani (14 minuti). Senza contare che non è stato trasmesso il saluto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si sa che i minuti in tv valgono oro, ma si poteva fare di meglio. Come pure, nonostante la compostezza di Milly Carlucci e Antonio Di Bella in collegamento dal teatro, si è sentita la mancanza degli approfondimenti sull’opera cui ci aveva abituato Rai Cultura su Rai 5. Il 'lancio' di Cristina Parodi dalla Vita in diretta, incentrato sulle mise e le parure delle signore in sala è sembrato infatti concedere un po’ troppo al gossip mondano.
Forse si pensa che sia questo il modo per attirare un pubblico generalista. Ma non è detto che sia così per forza. Con il canone che non si può più evadere e i maggiori introiti, la Rai potrebbe anche perdere qualche spot nel tentativo di elevare il livello qualitativo della sua offerta. Certo, il passaggio non può essere brusco e traumatico. Ma non basta una prima scaligera all’anno per mettersi in pace la coscienza. Vogliamo però essere ottimisti e pensare che con la lirica in diretta su Rai1 ci si sia messi sulla buona strada.