Questi giorni d’ingiustizia e di guerra, pieni zeppi del dolore e dei contrastanti sentimenti che ogni guerra scatena, sono diventati nello scorrere inesorabile del tempo anche i giorni che ci conducono alla Festa di tutti i Santi e al Ricordo dei Morti. Una consolazione per chi crede, un umanissimo richiamo per tanti, un monito potente per chi ha testa e cuore e non solo indifferenza o calcoli e non riduce la sua vita e l’intero mondo a una scacchiera di ruoli da affermare e di conti da regolare. In giorni così, è difficile non sentire in testa l’eco di un canto che ha ritmo e note di gioia, e che è nato nella sofferenza e dalla disperata speranza di uomini e donne resi schiavi da altri esseri umani. Un canto spiritual che molti amano e quasi tutti hanno cantato almeno una volta nella versione originale in inglese d’America o in qualche traduzione più o meno rimata. «Oh when the Saints go marching in: oh, Lord I want to be in that number, when the Saints go marching in…». «Quando i Santi arriveranno marciando: oh, Signore, vorrei essere parte di quel gruppo, quando i Santi arriveranno...».
Sì, verrà il Giorno del giudizio, ma è anche adesso. E per questo ci sono cammino da fare, memoria da serbare, speranza da custodire e storia di cui essere parte con umiltà e decisione. Tutto questo ci riguarda, se vorremo salvare noi stessi e il tempo che stiamo vivendo, salvarlo e salvarci non in solitudine, ma insieme, secondo il disegno di Dio e secondo la ragione e il desiderio profondo di ogni donna e di ogni uomo.
Sì, verrà il Giorno del giudizio, ma è anche in quest’ora. E perciò non ci sono pianti e rimpianti, ricordi e strappi personali e familiari davanti alle tombe e alle urne dei nostri cari che non si colleghino e non ci colleghino agli altri, ai fatti terribili che continuano a segnare la condizione umana, accumula no macerie d’odio e scavano fosse comuni e trincee come rughe sulla faccia della Terra.
Di una cosa possiamo essere certi, e non ci dobbiamo stancare di ripeterla. Anche in questi giorni d’ingiustizia e di morte a causa della guerra che insanguina il mondo e che non possiamo non vedere e non temere nei territori d’Ucraina, proprio in questi giorni – giorni che si fondono ma non si confondono con quelli delle feste della nostra tradizione più semplice e sentita – ci sono santi che si sono messi in cammino e «arriveranno marciando». Uomini e donne che stanno facendo il bene anche nel grande male della guerra in nome di Dio e in nome dell’umanità. E ciò a cui loro danno carne e anima è assolutamente decisivo. Anche se le bombe cadute e le terribili Bombe minacciate fanno assai più rumore e continuano a fare strage di vita e di speranza. Per questo ogni morto conta e merita pietà e preghiera e strenuo impegno.
Non sappiamo quando sarà il Giorno del giudizio, quello in cui «i Santi arriveranno marciando», ma possiamo capire che quel giorno comincia adesso e che ognuno di noi può fare qualcosa di essenziale, tessendo reti di rispetto e di pace e magari anche camminando in piazze di pace, perché la morte inflitta non diventi, ancora e ancora, prova e misura di disumanità.