Ennesima strage in America: uno squilibrato in un supermercato del Colorado fa 10 morti con un mitragliatore. Morti casuali, non ne conosceva nessuno. Joe Biden, che da due mesi è presidente, dice che vuol proibire le armi d’assalto. Tutti dicono che non ce la farà. Anche perché è tardi per proibire le armi cosiddette 'd’assalto' negli Stati Uniti: ormai troppe famiglie le hanno. Le armi d’assalto, o armi da guerra, non hanno niente a che fare con le armi da caccia: non sono fucili per ammazzare qualche grosso anima-le, tipo cervo, scovato nel bosco, come fa Robert De Niro nel film 'Il cacciatore', sono mitragliatori per falciare una squadra di nemici che ti viene addosso.
Squadra è il termine giusto, insostituibile. Quattro squadre fanno un plotone, e quattro plotoni fanno una compagnia. Se una squadra ti aggredisce con le armi in pugno gridando, tu la devi falciare tutta, non puoi rischiare che qualcuno sopravviva, perché poi quel qualcuno ti ammazza. Le armi da guerra servono a questo. Ti servono a difenderti da tutti, perché tutti sono tuoi nemici. Ma che senso ha che una famiglia di Los Angeles o di Philadelphia abbia un mitra in casa? Clint Eastwood risponde: «Per darmi sicurezza, io con le armi mi sento sicuro e senza armi mi sento indifeso».
È vero? Al contrario: non pretendo che il lettore se lo ricordi, ma io ho un figlio a Los Angeles e i pranzi a casa sua (che sono pranzi per modo di dire, americani e inglesi non sanno far da mangiare, e quando càpito io a Los Angeles la voce si diffonde tra gli italiani amici di mio figlio, che piombano a mangiare i miei piatti: fingono di venire per lo scrittore, in realtà vengono per il cuciniere; dire cuoco mi parrebbe troppo), quei pranzi in una casa americana sono un incubo per me.
Perché sui vetri delle finestre stanno incollati adesivi col simbolo della squadra di vigilanti a cui la famiglia è abbonata, e ogni adesivo ha una minaccia: 'Attenzione! Siete sotto il tiro della pattuglia numero 7'. Io non mi sento tranquillo sotto il tiro di una pattuglia. Mangio con la gola serrata. Se poi esco a piedi, passo davanti a villette con un fazzoletto di giardino e sull’orlo del fazzoletto c’è un cartellino minaccioso: 'Non mettere il piede qui! Risposta armata'. Eh che diavolo!, sapete soltanto sparare? È vero che bisogna difendersi, Clint Eastwood ha ragione. Le pareti delle case in quell’area fortemente sismica sono di legno e di vetro, se passa di lì un malintenzionato con un colpo di scarpone sfonda il muro, entra dentro e vi ha in pugno.
Ma questo succede perché anche il malvivente o il drogato è armato, è il primo ad approfittare della libertà di comprare armi. Dove tutti sono armati, tutti sono in guerra contro tutti. La giornata è un film pieno di fucili, e «se in un film si vede un fucile, prima che il film finisca quel fucile spara », dice John Ford. Se poi il fucile è a ripetizione, spara raffiche. Cioè fa stragi. In Medio Oriente le stragi si fanno col Kalahsnikov, che si trova (arma e munizioni) dappertutto. In America le stragi si fanno con l’Ar15: l’agenzia Adnkronos, da cui ho preso la notizia, definisce quest’arma «protagonista di quasi tutti i massacri nella storia recente degli Stati Uniti».
Ogni volta che mi lamento per la vendita di queste armi anche nei supermercati c’è qualche lettore che mi rimprovera di credere che a uccidere siano le armi e non gli uomini. Sono gli uomini, certo. Ma non devono avere armi da guerra in casa. Se le hanno, prima o poi le usano. Ed eccoci qui, a piangere i morti.