Gentile direttore,
sono un commerciante di Civitella del Tronto, piccolo borgo del Teramano, nel cratere del sisma. A seguito degli eventi che hanno colpito il nostro Abruzzo, (terremoto, neve, frane...), ho avuto una riduzione netta del fatturato della mia attività nell’ordine del 40-50% (oltre a essere stato evacuato) e quindi quando ho sentito parlare di “zona franca” ho esultato, ringraziando personalmente il presidente della Regione D’Alfonso e la politica tutta per il risultato ottenuto. Era uno spiraglio di luce che si apriva. Quando poi ho letto i termini dettati per rientrare nella zona franca, la luce si è improvvisamente spenta. Si dice in pratica che le attività che hanno subito una riduzione del 25% del fatturato su base annua rispetto agli ultimi tre anni di imposta possono usufruire delle agevolazioni previste. Considerando che l’evento sismico è iniziato il 24 Agosto, e che rimanevano quindi solo 4 mesi sui quali computare il mio reddito, per abbassarlo del 25% avrei dovuto incassare almeno il 75% in meno rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti, insomma essere alla fame. Visto, poi, che l’evento sismico non si è fermato ed è continuato anche nell’anno in corso, posso solo sperare che le entrate del mio negozio non si riprendano troppo altrimenti non riuscirò a rientrarci neanche per il 2017. Dulcis in fundo: le nuove attività che apriranno nel cratere del sisma potranno usufruire delle agevolazioni fiscali previste. Quindi in pratica cosa significa? Tu che hai sofferto e sei rimasto aperto con la paura del terremoto in corso, non hai diritto a nulla, mentre chi apre adesso, sfruttando magari la ripresa, è agevolato. In pratica: mi si sta forse consigliando di chiudere e riaprire con un altro nome? La solita italianata, ma ormai dobbiamo abituarci a una politica sempre più insensibile ai reali problemi della gente. Grazie dell’attenzione e buon lavoro a lei e ai suoi colleghi.
Marcello Procaccini
Gentile signor Procaccini, il direttore mi chiede di rispondere alle sue perplessità sui criteri d’istituzione della zona franca per le zone terremotate e, da parte mia, visto e considerato quanto prevede il decreto legge 50 in materia, per la precisione all’articolo 42, non posso che condividerle. Soprattutto condivido le sue perplessità iniziali. Le limitazioni previste dalla legge, infatti, sono quelle da lei indicate. La scelta di alcuni paletti – per esempio quello relativo al calo del fatturato – è dettata, come sempre in tali situazioni, dall’esigenza di contenere l’esborso complessivo per le agevolazioni previste. Ma in questo caso, considerata la data del sisma, avvenuto nell’ottavo mese dell’anno, la percentuale annua di riduzione delle vendite stabilita al 25% rispetto al triennio precedente avrebbe dovuto essere, come lei giustamente sottolinea, di gran lunga inferiore. Quanto all’avvio di nuove attività imprenditoriali e commerciali nel perimetro del cratere, è invece a mio parere corretto che godano di un’agevolazione piena, perché partono comunque da zero, sono imprese che devono quindi affrontare i costi di avviamento, e hanno per di più una funzione di volano in un territorio fortemente disagiato. Un cordiale saluto.